ROMA - Il Senato vota (e respinge) i primi tre emendamenti al ddl del governo sulle riforme e li boccia: ma non è un successo perché questo avviene solo al sesto giorno di...
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Dunque, a far salire la tensione, già alta, ci ha pensato la decisione di Grasso di tenere le maglie larghe sulle 920 richieste di voto segreto avanzate da Sel, il partito che ha presentato 5.900 emendamenti dei 7.850 totali. Di per sè uno scrutinio segreto non fa perdere più tempo di quello palese (sul tabellone non si vede chi ha votato a favore e chi contro). Ma la decisione di Grasso ha provocato «l'irritazione» di Luigi Zanda, capogruppo Dem, e di tutto il gruppo, perché ritengono che incoraggi il "boicottaggio". D'altra parte - afferma invece chi è favorevole - la decisione di Grasso aiuta a svelenire il clima. Anche di questo hanno parlato Grasso e Napolitano al Quirinale in serata. Il capo dello Stato ha insistito «sul grave danno di una paralisi decisionale su un processo di riforma essenziale». E Grasso ha convenuto evidenziando «le gravi difficoltà rappresentate da un ostruzionismo esasperato con un numero abnorme di emendamenti». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino