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«È assurdo ma ci sentiamo in ostaggio, quasi prigionieri nella nostra abitazione per colpa di questi scalmanati, fra cui anche due ragazzine, che hanno un atteggiamento provocatorio, strafottente, violento. Mio figlio è stato anche preso a calci e si è dovuto rifugiare all'interno di un locale pubblico. E non hanno esitato nemmeno ad attaccare mio marito. Sì, certo che abbiamo chiamato sia i carabinieri che la polizia. Li hanno anche identificati alcuni di questi giovinastri. Ma ci è stato risposto che non possono fare molto perché si tratta di minorenni».
«E questo senso di impotenza - continua la signora - ci ferisce, se possibile, ancor più del fatto di sentirci un bersaglio nel camminare per strada, di dover continuamente guardarci alle spalle, di avere sempre l'accortezza di non scendere da soli, di avere il terrore che possano collegare me o la mia secondogenita di appena 12 anni allo stesso nucleo familiare. Non sappiamo più come tutelarci. Ci sentiamo abbandonati e ora - conclude la signora - ci siamo persino rivolti a un legale». (m.and.)
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Il Gazzettino