Ospiti in Rsa: potranno pagare anche con le case

Ospiti in Rsa: potranno pagare anche con le case
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SOCIALE
BELLUNO Anziani, indigenti e in casa di riposo: ora il Comune si mette al riparo. Un'ipoteca sui beni immobili di chi è ricoverato in struttura per non autosufficienti e non è in grado, con la magra pensione, di sostenere le rette. Ieri la giunta comunale ha approvato los chema di contratto che permetterà, d'ora in avanti, al Comune di Belluno di avere una maggiore garanzia sulla restituzione delle somme versate per coprire le rette dell'ospite. Lo schema di contratto è stato proposto dall'assessore al sociale Lucia Pellegrini.

Capita spesso, infatti, che con le casse pubbliche si vadano a colmare le rette di chi non riesce e sostenerle da sé ma che poi di fatto non si arrivi ad una restituzione delle somme versate, nemmeno quando il beneficiario è titolare di beni immobili. Anche nel caso di beni che vanno all'asta il Comune non ha alcuna corsia preferenziale. Ora il protocollo servirà a normare meglio la faccenda. Di fatto il Comune propone di accendere un'ipoteca sul bene della persona ospite nella struttura, così da avere una forma di garanzia maggiore per la restituzione delle spese che l'ente pubblico anticipa in caso di insoluti, o di una parte di essere, venendo in questo modo considerato un creditore privilegiato. Case e altri immobili, così, potranno essere messi in affitto o venduti e il gruzzolo ricavato potrà servire anche a coprire i costi sostenuti dalle casse comunali.
Sul fronte alloggi sociali, intanto, prosegue il servizio Progetto Pegaso da parte della Comunità terapeutica di Landris. Anche il Comune farà la sua parte, rinnovando la disponibilità di uno dei suoi immobili presenti in città. La delibera è stata approvata ieri in sede di giunta e va a dare continuità ad una collaborazione nata diversi anni fa e tanto più importante oggi, che il Covid aggiunge difficoltà a chi già ne ha di suo. «Quando le persone escono dalla comunità terapeutica spiega Pellegrini vivono per un certo periodo in un cosiddetto appartamento protetto, una struttura per quattro dove si sta sotto la guida degli educatori e in preparazione al ritorno alla vita autonoma. Ebbene quella struttura la si concede in virtù, anche, di una legge». La norma in questione è la legge regionale 39 degli 2017 sulle norme di edilizia pubblica che dichiara, all'articolo 36, come sia possibile adibire il 2% degli alloggi di edilizia pubblica alle finalità sociali e, per questo, anche a soggetti del terzo settore come è, appunto, la Comunità di Landris. L'immobile si trova a Belluno, è uno e viene utilizzato da tempo con questa finalità.

Alessia Trentin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino