Ospedale all'Angelo e Mose le partite principali

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L'attività consultiva della Corte dei conti è aumentata molto negli ultimi anni. La Regione e soprattutto gli enti locali (Province, Città metropolitana e Comuni) hanno imparato a chiedere pareri prima di agire. Ma il fatto di chiedere non significa automaticamente che si riceverà una risposta che esoneri da responsabilità.

«I pareri - ha detto la presidente della Sezione regionale di controllo, Diana Calaciura Traina - sono ammissibili solo se circoscritti a materie di contabilità pubblica e non devono riguardare fattispecie concrete di uno specifico ente perché altrimenti potrebbe verificarsi un'ingerenza della Corte sugli aspetti gestionali».
A questo proposito, vengono in mente i pareri chiesti dall'amministrazione comunale veneziana in merito al possibile smantellamento dell'ovovia del ponte di Calatrava (costata due milioni e non ha mai funzionato) e quello più recente in merito alla possibilità di assumere un maggior numero di persone dalla graduatoria di deprecarizzazione stilata nel 2014. Con buona probabilità, questi quesiti dovrebbero ricevere un verdetto di inammissibilità, a meno che non siano formulati in modo da poter rispondere ai criteri di generalità e astrattezza richiesti dalla legge.
Ma il bilancio quantitativamente più pesante, in occasione dell'apertura dell'Anno giudiziario 2017, è stato quello dell'attività della sezione giurisdizionale, presieduta da Guido Carlino, e della Procura regionale, diretta da Paolo Evangelista, i cui dati erano stati anticipati tre giorni fa.
L'attività della Procura del Veneto si è concentrata su più fronti nel 2016, ma quelli più rilevanti sono stati le richieste di risarcimento danni per la vicenda Mose e, tra le curiosità, il recupero di 17 milioni per l'Ulss dal project financing dell'ospedale dell'Angelo.
Evangelista ha poi sottolineato come siano stati effettivamente recuperati oltre 4,5 milioni di euro mentre quasi 9,5 milioni sono frutto di sequestro ante causam, raccolti nell'ambito della vicenda Mose, contestando il danno da disservizio ai pubblici amministratori finiti sotto inchiesta penale. Nel mirino anche l'attività dei gruppi consiliari in Regione, ai quali è stato chiesto il risarcimento di 26.396 euro per spese non inerenti alle finalità istituzionali.

Il punto di vista dell'avvocatura è stato presentato dal presidente dell'Ordine Paolo Maria Chersevani: «Non è con l'adozione di un rito che si risolvono i problemi della giustizia. Cittadini, imprenditori, amministratori sono spesso paralizzati nella loro azione da un problema di sovranormazione».
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Il Gazzettino