PORDENONE - (c.a.) Ornella Muti, atto terzo. Approderà in Cassazione il caso delle tre serate teatrali cancellate a Pordenone per andare a una cena di beneficenza organizzata da...
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L'attrice fa sapere di essere molto dispiaciuta. «Non è stata compresa e questo la fa stare molto male», afferma il suo legale. Sciullo insiste che «è stato sbagliato il bersaglio» e che la «partita va giocata su tutt'altro terreno, quello civilistico». «Il reato non c'è - afferma - Non era lei il soggetto contrattuale, ma lo Studio Martini ed Essevuteatro. I soldi erano destinati a loro, non alla Muti. Invece la si vuole protagonista assente dalla scena». Il legale conferma che il 10, 11 e 12 dicembre 2010 la Muti era malata e non avrebbe potuto recitare il monologo de L'ebreo di Clementi. «Era senza voce - continua - È come se un tennista non giocasse la finale perché ha una tendinite, ma in tribuna ci può andare». L'accusano di essersi finta malata per non pagare la penale da 54mila euro? La difesa è convinta che gli imputati dovevano essere altri e che la Muti non conoscesse i termini del contratto.
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Il Gazzettino