Operai morti a Fusina A ottobre il processo

Operai morti a Fusina A ottobre il processo
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TRIBUNALE
VENEZIA Prenderà il via ad ottobre il processo relativo ad alcuni decessi di operai che lavoravano alla centrale Enel di Fusina. Lo ha stabilito il giudice Alberto Ciampaglia in merito al processo che vede come imputato Nerio Tabacchi, ottantacinquenne originario di Santo Stefano di Cadore e residente a Mestre. La vicenda riguarda tre decessi. I familiari di due dei lavoratori ammalatisi di mesotelioma pleurico, il tumore provocato dal contatto con l'amianto, si sono costituiti parte civile, mentre i parenti del terzo operaio hanno optato per una causa civile. Il pubblico ministero Giorgio Gava accusa il dirigente in quanto responsabile della centrale termoelettrica di Fusina dal 1960 al 1985. Nel dibattimento figura anche Enel, chiamata in causa per la responsabilità civile. Nelle precedenti udienze il difensore di Tabacchi, l'avvocato Antonio Franchini, e quello di Enel, l'avvocato Tommaso Bortoluzzi, hanno sostenuto che non è dimostrato il nesso di causa tra l'esposizione all'amianto e i tre decessi, avvenuti tra il 2013 e il 2015, a oltre vent'anni di distanza. E che al dirigente non può essere contestato nulla. Secondo i legali dei familiari delle vittime, gli avvocati Paola Bosio, Pier Francesco Ricciardi e Sebastiano Sartoretto, ci sono studi scientifici che attestano una precisa relazione tra esposizione all'amianto e mesotelioma. Ci sarebbero anche sentenze che, in casi analoghi, hanno accertato la responsabilità dei datori di lavoro. Il mesotelioma è un tumore che colpisce i polmoni e ha una latenza molto lunga, tanto da poter mostrare i primi sintomi anche a distanza di 30 anni dall'esposizione. Prossima udienza il 2 ottobre.

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Il Gazzettino