Onore ai Martiri ricordo siciliano dell'eroe Ciro

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LA CERIMONIA BELLUNO Non una cerimonia di routine, bensì «una memoria...

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LA CERIMONIA

BELLUNO Non una cerimonia di routine, bensì «una memoria grata di chi sacrificò la vita per la nostra libertà da trasmettere alle giovani generazioni», ha detto ieri mattina in piazza dei Martiri il vice presidente provinciale dell'Anpi Giovanni Perenzin davanti al monumento di Augusto Murer che ricorda Gianni Piazza, Valentino Andreani, Giuseppe De Zordo e Salvatore Cacciatore colà uccisi dai nazisti il 17 marzo 1945. Il sindaco Jacopo Massaro, richiamando l'immagine attuale di un Paese spaccato in due, ha sottolineato come da quei lontani e tragici fatti venga invece un appello all'unità: «L'Italia è una, fondata su valori condivisi e su una memoria comune che parla di libertà e di impegno, per tutti noi, a difendere tutto ciò». Concetti riecheggiati nelle parole di Lorenzo Chiesura, presidente della Consulta degli studenti, che ha messo in guardia contro insorgenti populismi alimentati da colpevole indifferenza:«Il sacrificio di questi quattro giovani di allora ci dice che dobbiamo essere tutti più consapevoli della realtà nella quale viviamo e dove essere compiutamente cittadini responsabili significa prima di tutto partecipazione. In primis noi giovani che dobbiamo coltivare la sete di sapere e l'amore per la libertà così come ci sono stati tramandati». Molto coinvolgenti e significativi la presenza e l'intervento di Giovanni Ruvolo, sindaco di Caltanissetta, che ha ringraziato i bellunesi per non avere mai dimenticato il sacrificio del suo conterraneo, Salvatore Cacciatore, il partigiano Ciro, venuto a combattere sulle Dolomiti lasciando a casa un figlio mai conosciuto: «Da noi non c'è stata la Resistenza, ma c'è la mafia. Sappiamo che è compito di ciascuno battersi per costruire presente e futuro di pace e libertà, condizioni più apprezzate quando sono perse. Noi abbiamo avuto l'alta lezione dei Colajanni e dei Li Causi, voi quella di tanti giovani che sono saliti sui monti per difendere le vostre famiglie, uniti dobbiamo imparare la legge del coraggio se vogliamo davvero rispettare la memoria di questi caduti. Grazie bellunesi per aver custodito la memoria di Ciro: è ora che pure la mia terra gli renda giusto merito e riconoscenza».

Dino Bridda
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Il Gazzettino