ONCOLOGIA BELLUNO Dedicato alle donne, quelle che perdono i capelli a causa di

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ONCOLOGIABELLUNO Dedicato alle donne, quelle che perdono i capelli a causa di cure oncologiche. Il casco refrigerante è in arrivo. Verrà consegnato il 7 marzo, in concomitanza...

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ONCOLOGIA
BELLUNO Dedicato alle donne, quelle che perdono i capelli a causa di cure oncologiche. Il casco refrigerante è in arrivo. Verrà consegnato il 7 marzo, in concomitanza con la festa della donna, al reparto di oncologia dell'ospedale San Martino, diretto dal primario Zable Zustovich. A tessere l'operazione è il club Innerwheel di Belluno, presieduto da Anna Morales: «Un macchinario innovativo di cui pochi presìdi ospedalieri sono dotati è l'orgogliosa affermazione della presidente questo è un service ambizioso, approvato da tutte le socie». Costo 48 mila euro. Morales tiene a precisare che a contribuire al 50% è la sezione dell'Ail, l'associazione italiana leucemie, presieduta da Carmen Mione: «Una alleanza suggeritami da Giovanni Pittoni, direttore sanitario dell'Uls 1, che è andata in porto», il risultato è frutto di tenacia - delle presidenti donne - e della disponibilità del primario Zustovich.

Il casco refrigerante, sorta di cuffia in morbido silicone, va incontro ad un effetto collaterale temuto tra i pazienti in cura per tumore. Il suo scopo, quindi, è evitare l'alopecia in donne sottoposte a chemioterapia: va indossato un'ora prima e un'ora dopo il trattamento oncologico. Questo il suo funzionamento, detto in parole povere: il freddo provoca il restringimento dei vasi sanguigni del bulbo pilifero per cui si riduce al minimo l'assorbimento dei farmaci chemioterapici e, così, i capelli vengono preservati dalla caduta. Sarà, comunque, tutto da sperimentare visto che ogni donna reagirà in modo diverso al freddo sul cuoio capelluto. Morales precisa, infine, che non è la cuffia che si porta a casa: «Si tratta di un macchinario complesso che, in reparto, verrà usato contestualmente all'infusione chemioterapica. Ci sono due postazioni, con caschi di tre misure differenti. Ed ora, chiaramente, il personale dovrà essere formato».
Daniela De Donà
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Il Gazzettino