Omicidio Pamio, Milly verso il processo

Omicidio Pamio, Milly verso il processo
Si farà dopo l'estate il processo a Susanna Lazzarini, detta Milly, accusata di concorso nell'uccisione di Lida Taffi Pamio, 87 anni, prima strangolata e poi accoltellata nel suo...

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Si farà dopo l'estate il processo a Susanna Lazzarini, detta Milly, accusata di concorso nell'uccisione di Lida Taffi Pamio, 87 anni, prima strangolata e poi accoltellata nel suo appartamento di viale Vespucci, a Mestre, il 20 dicembre del 2012. Delitto per il quale la Corte d'appello di Venezia ha già condannato all'ergastolo Monica Busetto, ex operatrice del Fatebenefratelli di Venezia, vicina di casa della vittima.

I pm Alessia Tavarnesi e Lucia D'Alessandro hanno notificato a Milly l'avviso di conclusione delle indagini preliminari provvedendo al deposito degli atti, la procedura che normalmente precede una richiesta di rinvio a giudizio: nel capo d'imputazione le vengono contestati i reati di omicidio volontario, con l'aggravante delle sevizie, e rapina di una collanina e di alcuni anelli della signora Taffi Pamio.
A confessare di avere avuto un ruolo nel delitto di viale Vespucci è stata la stessa Lazzarini che, lo scorso anno, finì in carcere in relazione ad un altro omicidio, sempre ai danni di un'anziana signora di Mestre, Francesca Vianello, 81 anni, strangolata nella sua abitazione di corso del Popolo il 29 dicembre del 2015. Dopo l'arresto per il delitto Vianello (per il quale è stata successivamente condannata in primo grado a 30 anni di reclusione) Susanna Lazzarini raccontò ai magistrati di essere stata lei ad entrare a casa di Lida Taffi Pamio, di averla tramortita con uno schiaccianoci e poi uccisa. A seguito di questa confessione, la Busetto, all'epoca condannata in primo grado, fu rimessa in libertà in attesa dell'appello.
In seguito Milly ha fornito altre due versioni, sostenendo che al delitto di viale Vespucci partecipò assieme a lei anche la Busetto, già incastrata da alcune tracce di dna della vittima rinvenute su una collanina spezzata che la polizia sequestrò nel suo appartamento.

Dopo la condanna all'ergastolo, l'ex operatrice sanitaria è tornata in carcere e, domani, di fronte alla Cassazione, si discuterà il ricorso dei suoi avvocati, Alessandro Doglioni e Stefano Busetto, per ottenere la sua remissione in libertà.
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Il Gazzettino