Oltre 40mila giovani non studiano e non lavorano

Oltre 40mila giovani non studiano e non lavorano
UDINE - Sono un vero e proprio esercito, oltre 40mila giovani, i Neet del Friuli Venezia Giulia, gli under 35 senza lavoro ma neppure impegnati in un percorso di studio o...

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UDINE - Sono un vero e proprio esercito, oltre 40mila giovani, i Neet del Friuli Venezia Giulia, gli under 35 senza lavoro ma neppure impegnati in un percorso di studio o formazione. È il segretario regionale della Cgil del Friuli Venezia Giulia Villiam Pezzetta a lanciare l'allarme su uno dei dati più preoccupanti che emergono dall'analisi del tessuto economico e occupazione locale, sebbene sia vero - come sottolinea in serata l'assessore regionale Loredana Panariti - che da un paio d'anni la tendenza sia al ribasso. Il tessuto economico sconta ancora gli effetti della recessione con 37mila disoccupati, la metà dei quali giovani sotto i 35 anni, almeno 2mila lavoratori a rischio esubero alla scadenza degli ammortizzatori e un mercato del lavoro che stenta a tornare sopra i 500mila occupati e che registra la crescita del lavoro povero con i part-time, spesso imposti dalle aziende, che sfiorano il 20% dei contratti.

Nella fascia di età normalmente considerata, tra i 15 e i 29 anni, i Neet sono 28 mila, con un +43% sul 2008. «Ma sono quasi 42mila tra i 15 e i 34 anni allarga la visuale il segretario Pezzetta di cui 19mila sono disoccupati in senso tecnico, mentre i restanti 23 mila neppure studiano né fanno formazione». Oltre a raddoppiare la disoccupazione, pari al 6,9% (ma sale al 28% tra i 15 e i 25 anni), «la crisi ha anche alimentato analizza le cause Pezzetta un senso di scoraggiamento che tiene lontani molti giovani dal mercato del lavoro e ritarda la loro indipendenza economica e familiare». Senza dimenticare «anche l'impatto della riforma Fornero, che ha pesantemente rallentato il turn-over occupazionale, e i limiti di un sistema scolastico, formativo e universitario che non riesce a garantire alle imprese le competenze di cui avrebbero bisogno». L'inversione di tendenza potrebbe essere sostenuta, per Pezzetta, con un ruolo importante della Regione. L'esempio arriva dal porto di Trieste, che «con il nuovo regime del punto franco può avviare una fase di forte sviluppo dei traffici, a beneficio di tutto il territorio regionale».
Elena Viotto
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Il Gazzettino