«Olimpiadi in Veneto? Non lo so, però ci possiamo lavorare»

«Olimpiadi in Veneto? Non lo so, però ci possiamo lavorare»
Dove non arriva la politica arriva Bebe Vio, ormai diventata un'esperta delle imprese impossibili. L'attacco sui social subìto nelle ultime ore dalla campionessa paralimpica...

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Dove non arriva la politica arriva Bebe Vio, ormai diventata un'esperta delle imprese impossibili. L'attacco sui social subìto nelle ultime ore dalla campionessa paralimpica veneziana reduce dalla visita alla Casa Bianca e dal super selfie con Barack Obama, ha provocato la reazione del Premier e dello stesso Governatore del Veneto che ieri alla Polisportiva Terraglio ha premiato Beatrice Vio e gli altri atleti paralimpici veneti che hanno vinto una medaglia a Rio. Il Presidente del Consiglio da Palermo e lo stesso Zaia da Mestre hanno condannato senza mezzi termini chi si è permesso di offendere Bebe su internet. «C'è il rischio che i social diventino una cloaca mediatica in cui esprimere disgusto e disprezzo, bisogna intervenire nelle università e sui giovani» ha detto Renzi. «Chi insulta persone come Bebe dovrebbe espiare le sue colpe in un girone dantesco oppure adottando un disabile rimediando così a ciò che ha scritto nascondendosi dietro al muro dei social», ha fatto eco Zaia. Lei, invece, Bebe Vio, l'ha presa così. «Ringrazio Matteo per avermi difeso e tutti quelli che lo hanno fatto. Ho letto tanti post su Facebook a mio sostegno e mi ha fatto un grande piacere. Ma non mi importa se la gente offende o meno, ognuno ha il diritto di dire quello che vuole. Certo le offese esagerate, gratuite senza sapere la verità danno fastidio. Ma che devo dire di più: non andrà mai bene a tutti quello che fai. Non puoi per forza piacere alla gente. Anche la cosa più bella del mondo o la pizza non piace a tutti. E quindi pure Bebe Vio non è esente da questo. Ognuno, comunque, pensi quello che vuole, le parole brutte non mi hanno toccato molto. Dicano pure ciò che vogliono». Bebe è così, disincantata, determinata, superiore anche alle facili polemiche. E adesso, finito il bagno di popolarità, non vede l'ora di tornare a quella che si chiama normalità. «Lo sport per me è tutto, la cosa più bella della vita. Non so se sono un esempio ma se quello che faccio può essere utile agli altri ne sono felice. Il ricordo più bello dell'Olimpiade è la medaglia di squadra perché ci siamo aiutate a vicenda».

Bebe sta per chiudere un anno da capogiro, e lo sa. «Il 2016 è stato stupendo. La maturità è stata dura come la preparazione Preolimpica. Ma da lunedì inizio a lavorare a Fabrica, agenzia del gruppo Benetton. Mi trasferisco a vivere a Treviso e anche questa è una grande novità per me. E devo dirvelo, non vedo l'ora di immergermi in questa normalità quotidiana. Ho voglia anche io di una vita senza interviste e inviti. Me la merito» Del selfie con Obama non parla ma Bebe dice che dall'America si è portata un bellissimo ricordo. Ora è diventata anche il testimonial del Cip (Comitato Paralimpico) e i marchi e gli sponsor la cercano. «E' una grande soddisfazione perché tra i marchi che mi sostengono ci sono tanti amici. Olimpiadi in Veneto? Non lo so, ma ci si può lavorare. Se verrà presentata una candidatura seria sarò la prima a lavorare a questo progetto».
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Il Gazzettino