Nuovo elettrodotto di Terna: comitati sul piede di guerra

Nuovo elettrodotto di Terna: comitati sul piede di guerra
LA PROTESTABelluno Intanto scendono in piazza. Poi sono pronti anche a denunciare il Governo e il premier Gentiloni. Motivo? Aver approvato la compatibilità ambientale del piano...

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LA PROTESTA
Belluno Intanto scendono in piazza. Poi sono pronti anche a denunciare il Governo e il premier Gentiloni. Motivo? Aver approvato la compatibilità ambientale del piano di Terna sugli elettrodotti bellunesi, «nonostante il parere negativo di un ministero e tutte le richieste di riprogettazione arrivate dal territorio». Insomma, i comitati civici della Valbelluna non intendono fermarsi davanti a niente e nessuno. «Promuoviamo una manifestazione in piazza, sabato mattina - dice il portavoce Gianni Pastella -. Sarà l'occasione per dimostrare che ci siamo e che combattiamo per difendere il nostro territorio che è vittima di soprusi, dallo sfruttamento idrico fino alle dimenticanze di chi parla di Dolomiti e cita solo Trento e Bolzano (riferimento alla trasmissione di Alberto Angela sulle montagne rosa, ndr). Invece di protestare nei bar e sui social, invitiamo tutti quelli che hanno a cuore la nostra provincia a scendere in piazza con noi».

IL PIANO

Il «sopruso numero uno» per i comitati si chiama Terna. E prende forma nel progetto di razionalizzazione e sviluppo delle reti elettriche che il colosso del trasporto dell'energia sta portando avanti tra Perarolo e Belluno. «Da anni chiediamo la riprogettazione - continua Pastella -. E lo hanno chiesto anche diversi sindaci, la Regione Veneto e il ministero beni culturali, che ha definito inaccettabile il progetto di Terna. In più c'è il parere del ministero dell'ambiente: favorevole, ma con una sfilza di prescrizioni che rendono più semplice la riprogettazione che non l'intervento proposto da Terna. Non si capisce perché il Governo, nel semestre bianco, a venti giorni dal voto, abbia deciso di andare contro un suo ministero e approvare il piano». «È come se fossimo di fronte ad una malattia e anziché curarla si sceglie di amputare un arto - aggiunge Simonetta Buttignon -. Terna sta amputando la nostra bellezza e il nostro paesaggio con tralicci alti fino a 50 metri e cavi aerei dove oggi non passano linee elettriche. Chi dice che l'intervento porta benefici non ha considerato gli effetti». Già, perché a Ponte e Soverzene hanno benedetto il piano Terna. «Ma a Ponte hanno strumentalizzato il comitato stop elettrosmog - dice Riccardo Marcolin -. Siamo noi il comitato. Chi si è espresso a favore del progetto, lo ha fatto a livello personale».
Damiano Tormen
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Il Gazzettino