NUOVO CORSO UDINE «È positivo il fatto che la vicenda sia finalmente

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NUOVO CORSOUDINE «È positivo il fatto che la vicenda sia finalmente chiusa. Ora si può ripartire, investendo anche sulla promozione di questo importante vitigno che crea...

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NUOVO CORSO
UDINE «È positivo il fatto che la vicenda sia finalmente chiusa. Ora si può ripartire, investendo anche sulla promozione di questo importante vitigno che crea reddito per le imprese». All'indomani dell'udienza preliminare celebrata martedì davanti al Gup del Tribunale di Udine Andrea Odoardo Comez, che ha chiuso l'inchiesta della Procura di Udine sul caso Sauvignon, è il direttore Danilo Merz a illustrare la posizione di Coldiretti del Friuli Venezia Giulia sulla vicenda.

RIPARTENZA
L'organizzazione, rappresentativa delle aziende operanti nel settore dell'agricoltura, non entra nel merito dei 41 patteggiamenti concordati dagli indagati, 31 persone fisiche e 10 aziende, con la Procura. Né in quello delle indagini. «Noi siamo sempre favorevoli ai controlli e a tutte le verifiche del caso a garanzia della certezza dei consumatori. Così in tutti i settori». Sul punto Coldiretti non ha «nulla da dire». Ma ora che «la giustizia ha fatto il suo corso», «l'importante è ripartire». «Le aziende coinvolte nell'inchiesta hanno avuto all'epoca sicuramente un calo di richieste», constata Merz ricordando i contraccolpi dello scandalo scoppiato ai primi di settembre di due anni fa, con le prime perquisizioni eseguite in una quindicina di cantine dai Carabinieri del Nas e dai tecnici dell'Icqrf, istituto repressione frodi di Udine, su delega del Pm titolare dell'inchiesta Marco Panzeri per prelevare i campioni di mosto da analizzare.
«Al di là delle aziende coinvolte, c'è stato un danno non solo per tutto il settore vitivinicolo, ma anche per l'intero comparto agroalimentare del Friuli Venezia Giulia. Quantificarlo è difficile continua -. Se non fosse stata data tanta enfasi alla vicenda, ora chiusa con patteggiamenti che hanno previsto pene abbastanza ridotte, il danno d'immagine avrebbe potuto essere ridotto». «L'importante - prosegue - è che non ci siano stati danni per i consumatori, come del resto era stato specificato fin dall'inizio».
Fin dalle prime battute dell'inchiesta la stessa Procura aveva ribadito in ogni modo che l'esaltatore dei normali aromi del vino bianco, finito sul banco degli imputati perché non previsto nel disciplinare di produzione del pregiato bianco, non era in ogni caso di danno alla salute dei consumatori. Il preparato ideato dall'enologo Ramon Persello, già all'epoca considerato astro nascente dell'enologia italiana, è ancora estraneo al disciplinare di produzione.
NUOVE REGOLE

Ma non è detto che, in futuro, le cose non possano cambiare: «Credo che questa vicenda possa dare la stura a una valutazione della comunità scientifica», chiarisce Merz. «Il caso è stato sollevato. Leggendo i giornali pare che questo preparato possa essere positivo. Non spetta a noi deciderlo. Saranno gli esperti a doversi esprimere. Nulla vieta di proporre le modifiche al disciplinare. Certo non poteva essere fatto quando l'indagine era in corso. Evidentemente lo si farà adesso». L'istanza potrebbe partire «dalla filiera vitivinicola friulana che potrebbe chiedere una valutazione scientifica e poi, eventualmente, proporre di inserirla nel disciplinare». Cambiare le regole «non è complicato». «Si fanno delle proposte spiega l'iter - e poi c'è una commissione, incardinata al livello del ministero dell'agricoltura che le valuta». Intanto per il comparto vitivinicolo locale, l'annata è stata «sicuramente deficitaria dal punto di vista della produzione. I danni da gelo si sono sentiti qui come nel resto d'Italia». Ma la contrazione della produzione non ha inficiato la buona qualità della vendemmia friulana.
Elena Viotto
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Il Gazzettino