Nuovi ipermercati? Arriva lo stop

Nuovi ipermercati? Arriva lo stop
COMMERCIOMESTRE La scintillante Venus Venis sulla Romea, la torre della moda che invece di crescere in orizzontale come l'outlet di Noventa si svilupperà verso il cielo per 100...

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COMMERCIO
MESTRE La scintillante Venus Venis sulla Romea, la torre della moda che invece di crescere in orizzontale come l'outlet di Noventa si svilupperà verso il cielo per 100 metri, ha appena ottenuto dalla Città Metropolitana il giudizio favorevole di compatibilità ambientale ma non è detto che, dopo anni di attesa da parte degli imprenditori, possa essere costruita, almeno nella sua parte commerciale che è preponderante.

Da questo punto di vista rischia di essere nelle stesse condizioni di tante altre incompiute in terraferma, progetti per giganteschi centri commerciali ai quali la Regione l'anno scorso ha messo uno stop: a dicembre dell'anno scorso, con un emendamento collegato alla legge di stabilità 2018, ha infatti esteso ai centri commerciali le disposizioni relative al contenimento del consumo di suolo. Vale a dire che da allora nelle periferie dei centri storici capoluoghi di provincia (come a Mestre) è possibile realizzare strutture di vendita solo fino a 7999 metri quadrati di estensione, mentre dagli 8 mila metri quadrati in su serve una pianificazione coordinata con i comuni confinanti; e questo emendamento si applica anche alle aree che hanno un'idonea destinazione urbanistica, a meno che non godano di strumenti urbanistici attuativi o di accordi pubblico privato o, ancora, di accordi di programma.
ACCORDO DI PROGRAMMA
Per la torre sulla Romea, insomma, si rischia che serva un accordo di programma tra i Comuni, la Regione e i privati, accordo che a quel punto dovrebbe passare anche in Consiglio comunale, e ad appena due anni dalle prossime elezioni amministrative non è così semplice trovare uno schieramento compatto a difesa di nuovo consumo di suolo e di un nuovo centro commerciale, anche se avveniristico e di lusso, in una città che è già soffocata dalle grandi strutture di vendita.
Stesso discorso vale per l'area dell'ex Umberto I, per l' ipermercato che dovrebbe sorgere in via Torino nell'ex area Mof, per i 30 ettari di Dese appena ai di là del confine col Comune di Venezia, per quello previsto a Marghera in via Ulloa, e l'altro sui 12 ettari dell'area Pos in via Fratelli Bandiera per la quale la famiglia De Vecchi aveva già ottenuto le licenze edilizie. È vero che, a parte la torre sulla Romea progettata da Blo Immobiliare del fondo pensionistico olandese Corio che ha già realizzato la Nave de Vero, gli altri sono per il momento tutti sogni. Tutti sulla carta, tra fallimenti e progetti rimasti nel cassetto ormai da anni. Ma quando i proprietari dei terreni decideranno di rispolverarli, non è detto che riusciranno a realizzarli, anche avendo i soldi, anzi è molto probabile che dovranno cambiarli quei progetti relativamente proprio alle parti commerciali.
L'unico che si salva è Lando che ha progettato il suo nuovo Iper all'Aev Terraglio, proprio a ridosso della rotonda Castellana della tangenziale, calcolando al millimetro la superficie destinata alla vendita: saranno, infatti, esattamente 7999 metri quadrati, sempre un colosso ma che rientra nei limiti imposti dalla Regione.
FUORI SCALA

Gli altri progetti, invece, sono tutti fuori scala: nel progetto del gruppo Salini in via Ulloa a Marghera, di fronte alla stazione ferroviaria di Mestre, i metri quadrati previsti di commerciale sono 10 mila (su un'area di 8 ettari, con 3 ettari di parco a ridosso dei condomini della Cita, un albergo da 12 mila metri quadrati e un centro direzionale da 15 mila); pure sui 12 ettari dell'area ex Pos in via Fratelli Bandiera (oggetto di fallimento), dove si prevedevano 300 mila metri cubi di torri con residenze, uffici, negozi e un albergo sopra una piastra che avrebbe coperto centinaia di posti auto, i metri quadrati dedicati alla vendita erano più di 8 mila; altri 10 mila si prevedono in via Torino nell'area ex Mof acquistata da Mantovani (8 ettari con 433 appartamenti, un migliaio di posti auto, un supermercato); difficile che sui 30 ettari di Dese vogliano costruire meno di 7999 metri quadrati di spazi commerciali.
Elisio Trevisan
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Il Gazzettino