La Crite ha detto sì. La Commissione regionale ha approvato il progetto di massima della nuova Pediatria di Padova. Via libera dunque per quella che sarà una torre a otto...
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Al piano terra troveranno posto Pronto soccorso, Pediatria d'urgenza e Radiologia, al primo le degenze di area medica cioè Clinica pediatrica, Neurospichiatria infantile, Reumatologia, Malattie metaboliche e quelli che sono i locali per l'analgesia nel loro complesso denominati Stanza dei sogni.
Al secondo piano verranno allocati i letti di area chirurgica relativi a Chirurgia e Cardiologia pediatrica, al terzo le stanze dei trapiantati di midollo osseo, fegato, reni e cuore, e la Dialisi. Il quarto piano sarà per l'Oncoematologia pediatrica, sia degenze che day-hospital. Il quinto piano vedrà le Terapie intensive, pediatrica e cardiochiurgica più le degenze della Cardiochirurgia pediatrica. Al sesto largo alle sale operatorie: quattro più una ibrida. Al settimo piano sorgeranno esclusivamente locali tecnici. Eccola la nuova Pediatria di Padova: 11.932 metri quadrati complessivi, realizzati al posto della vecchia palazzina di Pneumologia.
La disposizione dei piani risponde a una ipotesi di fattibilità, presentata un mese fa dal direttore generale dell'Azienda ospedaliera universitaria Luciano Flor. Due anni per sbrigare le pratiche burocratiche, i cantieri partiranno l'1 luglio 2019 per concludersi dopo 377 giorni lavorativi, ovvero a Natale 2020. Confermato il costo di 24 milioni di euro, già finanziati dalla Regione Veneto e che l'Ospedale ha in cassa.
L'ok della Crite era passaggio nodale e vincolante, ora la strada è in discesa. La tabella di marcia prevede che la Conferenza dei servizi, composta da Azienda ospedaliera, Regione, Comune, Sovrintendenza e Prefettura, ratifichi il tutto, ma dovrebbe essere solo una formalità.
La stesura del bando di progettazione avverrà tra aprile e maggio, quindi si procederà al bando. La volontà è quella di accorciare il più possibile i tempi dettati da norme burocratiche e vincoli ineludibili. La partita dovrebbe chiudersi, salvo brutte sorprese, in quattro anni. Il progetto, studiato in sintonia con i clinici ma passibile di aggiustamenti, è parallelo e non in contrasto con la realizzazione del nuovo polo della salute.
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Il Gazzettino