Nozze, la protesta del settore «Calo di fatturato dell'85%»

Nozze, la protesta del settore «Calo di fatturato dell'85%»
L'INCONTROVENEZIA È arrivata a Palazzo la protesta del settore matrimoni, escluso dagli indennizzi per il Covid. L'assessore regionale Elena Donazzan ha incontrato ieri al Balbi,...

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L'INCONTRO
VENEZIA È arrivata a Palazzo la protesta del settore matrimoni, escluso dagli indennizzi per il Covid. L'assessore regionale Elena Donazzan ha incontrato ieri al Balbi, sede della giunta regionale, una delegazione di Insieme per il wedding, l'associazione che opera a supporto degli operatori autonomi del comparto cerimonie, il quale non rientra nell'accesso ai ristori per la crisi conseguente alla pandemia. «Urge un'immediata riflessione da parte del Governo, affinché possa essere consentito a queste migliaia di imprese di ritornare a lavorare in sicurezza, producendo ricchezza e salvaguardando l'occupazione», ha dichiarato l'esponente di Fdi.

I NUMERI

Il settore è composto in Italia da 90.000 tra aziende e partite Iva, con 1 milione di lavoratori stabili e 150.000 addetti stagionali, per un giro d'affari che prima dell'emergenza generava 67 miliardi di euro all'anno tra indotto diretto e indiretto. Ma nel 2020 è stato registrato un calo delle nozze pari all'80%, con una conseguente contrazione del fatturato medio pari all'85%. Questi alcuni dei dati presentati da Luigi Cassan, Vinicio Mascarello, Paola Fanton e Serena Serblin, rappresentati veneti dell'organizzazione. «Ma questo comparto ha affermato l'assessore Donazzan non riguarda solo i matrimoni, ma tutto ciò che è rappresentato dagli eventi e dalle feste che vedono protagoniste le nostre città d'arte. La filiera produttiva e dei servizi è infinita: spazia dal mondo dei fiori e del florovivaismo, dalla ristorazione e dai catering all'abbigliamento, dai gioielli alla musica e allo spettacolo dal vivo». La titolare del Lavoro ha citato un'indagine di Coldiretti, secondo cui la cancellazione e il rinvio dei fiori d'arancio ha provocato un crac di almeno 5 miliardi di euro al settore primario. «Questo ha osservato Donazzan ci conferma che a subire un danno diretto è tutto quel comparto che spazia dai fiori alla tavola, passando dall'itticoltura e dall'ortofrutta. Scriverò ai colleghi assessori regionali al Lavoro per chiedere che si discuta di una iniziativa congiunta a livello nazionale da rivolgere al Governo».
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Il Gazzettino