«Non voglio rischiare la vita dei miei figli»

«Non voglio rischiare la vita dei miei figli»
MESTRE - Uno parla, l'altro no. Interrogatori di garanzia ieri per Riccardo Di Cicco, ex cognato di Felice Maniero, e per il suo broker, Michele Brotini, entrambi di Fucecchio...

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MESTRE - Uno parla, l'altro no. Interrogatori di garanzia ieri per Riccardo Di Cicco, ex cognato di Felice Maniero, e per il suo broker, Michele Brotini, entrambi di Fucecchio (Firenze), arrestati martedì scorso con l'accusa di riciclaggio nell'inchiesta della Dda di Venezia, sul tesoro dell'ex boss. Di Cicco, 60 anni, titolare di uno studio dentistico, che avrebbe collaborato lo ha detto fin da subito, da quando i finanzieri gli hanno stretto le manette ai polsi: ha rilasciato dichiarazioni spontanee agli inquirenti. Rinchiuso al Baldenich, Di Cicco davanti al gip di Belluno ha mantenuto la stessa linea «pienamente collaborativa». Da quanto emerso, avrebbe ammesso di aver riciclato con l'aiuto di Brotini circa 11 miliardi di lire in conti svizzeri dal 1994 al 2012. Ed è molto probabile che adesso i magistrati chiedano una rogatoria alle autorità elvetiche. «Il mio assistito - ha detto l'avvocato Jacopo Folco Peruzzi di Firenze - ha risposto in maniera propositiva punto per punto a tutte le domande formulate dal giudice che ha sezionato il capo di imputazione».

Una confessione? «Si può dire che ha ricostruito tutti i fatti, dando riscontro ad alcuni dati storici e fornendo una versione diversa da quella fornita da Maniero. Un confronto che si è protratto per un paio d'ore e del quale sono soddisfatto. Ora gli atti saranno trasmessi al gip di Venezia, Alberto Scaramuzza, che ha firmato l'ordinanza di custodia in carcere, poi presenteremo istanza prima per la revoca della misura o in subordine per la riduzione della stessa ai domiciliari» ha concluso, anticipando la richiesta di un omologo interrogatorio ai due pm, Paola Tonini e Giovanni Zorzi «che hanno svolto l'inchiesta e che hanno meglio il polso della situazione».
Maniero nelle dichiarazioni ai pm ha indicato in Di Cicco il suo prestanome affermando di avergli consegnato 33 miliardi fra il 1982 e il 1994, vedendosene restituiti solo 5 o 6.

Brotini, 48 anni, consulente finanziario, detenuto al Santa Bona di Treviso, invece si è avvalso della facoltà di non rispondere. «Ma non per convenienza - afferma il suo difensore, l'avvocato Alfredo Auciello, del foro di Venezia - bensì per riordinare le idee e avere il tempo di leggere con calma le 120 pagine dell'ordinanza. È piuttosto spaesato, non è un criminale, è incensurato. Brotini i soldi di Maniero non li ha mai intascati, i rapporti bancari li ha sempre firmati Di Cicco che era il suo dentista e che gli aveva chiesto come investire il denaro. Lui si è limitato a consigliarlo come è nella natura della sua professione. Se sapeva che dietro c'era Maniero? All'inizio mi sento di escluderlo e in seguito le operazioni erano state avviate. La prossima settimana chiederemo di essere sentiti dai pm. Gli si potrà contestare la negligenza e una certa leggerezza nello svolgere la sua attività. E in tale contesto risponderà delle relative conseguenze penali».
M. And.
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Il Gazzettino