«Non vogliamo farci sporcare da gente del genere, noi siamo orgogliosamente diversi». Già ieri mattina Paolo Vazzoler era stato chiarissimo: non ci fosse stato un provvedimento...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Vazzoler conferma come, l'altra sera, nel palazzetto siano entrati ben più felsinei dei 150 biglietti ufficiali venduti ai tifosi ospiti («È la polizia a decidere, trattandosi di una questione di ordine pubblico»). Più che gli ultras della "gabbia", però, il presidente biancoblù accusa pseudotifosi collocati tra i posti che, come consuetudine, sono a disposizione del club avversario, di norma destinati a familiari dei giocatori o a tesserati: «Basta, qui c'è una società connivente. Perchè tra coloro che hanno compiuto atti violenti, lo testimoniano i filmati, ci sono dirigenti o persone vicine al club. Magari ora manderanno un comunicato, ma ieri sera (domenica, ndr), nessuno della Fortitudo ha avuto il buon gusto di venire dai dirigenti di Treviso o dai rappresentanti della questura per scusarsi». Vazzoler ribadisce di condividere in pieno l'operato delle forze dell'ordine: «Putroppo non possono far nulla». L'ex cestista trevigiano non nasconde l'amarezza: «A me la maglia verde (con cui i fortitudini si sono presentati per richiamare i tempi della Benetton, ndr) ha fatto ridere, gli striscioni mi divertono, persino i cori vanno bene. Ma è allucinante che ci siano persone che vengono qui per caricare la polizia, magari dopo aver fatto salire sul pullman qualche ultras del calcio per aver manforte, e non subiscano conseguenze. Sono stati commessi dei reati, devono essere perseguiti».
Vazzoler chiama in causa anche Lega nazionale pallacanestro e Federazione: «La Lega in questo momento sta peccando nella gestione: ciò che è accaduto qui si è già visto in altri palazzetti. A Treviso abbiamo la media di pubblico più alta della serie A, 14 record di presenze su 15. Poi si parla di portare le famiglie al palazzetto: anziché fermarsi a giocare in mezzo al campo, i bambini sono corsi a casa spaventati. Non me ne frega niente di passare per buonista, per quello che sogna un basket che non esiste. Se vogliamo che diventi un vero spettacolo, ben vengano il tifo e il campanilismo, ma la violenza deve essere perseguita in maniera pesante». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino