Non versò le ritenute, condannato Antonucci

Non versò le ritenute, condannato Antonucci
IL CASOPORDENONE O pagava le ritenute in qualità di sostituto d'imposta o lasciava i dipendenti della Acheo Srl di San Vito al Tagliamento senza stipendio. Erano gli anni della...

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IL CASO
PORDENONE O pagava le ritenute in qualità di sostituto d'imposta o lasciava i dipendenti della Acheo Srl di San Vito al Tagliamento senza stipendio. Erano gli anni della crisi che travolse il settore del mobile e Augusto Antonucci, 80 anni, già presidente di Unindustria Pordenone, della Camera di commercio ed ex assessore regionale della giunta Illy, si ritrovò senza liquidità. I suoi legali - gli avvocati Cristiano Biadene e Alessandro Alfano - hanno ricordato che ipotecò la casa per 650mila euro, rinunciò a stipendi, dividendi e si rivolse inutilmente alle banche per salvare l'azienda. Imputato di omessi versamenti di ritenute per un ammontare di circa 300 mila euro in relazione alle annualità 2014 e 2015, ieri è stato condannato a 4 mesi e 20 giorni di reclusione con il beneficio della sospensione della pena dal giudice Iuri De Biasi (anche il pm Pier Umberto Vallerin era giunto alle stesse conclusioni). Il giudice ha disposto anche la confisca della somma già sottoposta a sequestro preventivo.

Il procedimento ricalcava quello concluso lo scorso marzo, quando per l'anno 2013 (226.725 euro le ritenute non versate) Antonucci era stato condannato a 10 mesi (pena sospesa) e alla confisca della somma dovuta all'Agenzia delle entrate. La sentenza è stata appellata ed entro breve sarà fissata l'udienza in Corte d'appello a Trieste per il secondo grado di giudizio. La difesa anche ieri aveva insistito per l'assoluzione facendo presente che «non è punibile chi preferisce pagare gli operai». Si tratta di condotte, hanno insistito i legali, che per quanto volontariamente tenute vanno valutate nell'ambito delle circostanze eccezionali che le hanno determinate. Antonucci in questo caso non versò nei termini i 300mila euro per salvare la società. Nel 2016 chiese il concordato preventivo in continuità e alla voce debiti erano comprese anche le ritenute non versate. La procedura fu ritenuta inammissibile perchè la componente liquidatoria era prevalente e Acheo fallì.
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Il Gazzettino