TREVISO - «Le uniche a poter intervenire sono le altre banche». Nel braccio di ferro per il salvataggio di Veneto Banca e Popolare di Vicenza, l'Ue insiste sulla necessità di...
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Per questo Piovesana richiama al «senso di responsabilità», non volendo prendere in esame l'eventualità di un bail-in che rischierebbe di mettere in ginocchio migliaia di aziende con affidamenti e linee di credito aperte nei due istituti. Poi, naturalmente, anche la Ue deve fare la propria parte. Ad esempio, concedendo margini temporali non troppo rigidi «perché processi complessi come questi richiedono sicuramente del tempo e chiedere di chiudere tutto in tempi così ristretti diventa chiaramente pericoloso». Ma anche assegnando la giusta considerazione al ruolo delle ex popolari venete: «L'errore è che vengono considerate banche regionali, mentre non lo sono affatto: hanno un respiro nazionale e non solo, e sono fondamentali. E consideriamo questo: l'Italia settentrionale è un patrimonio dal punto di vista economico, non possiamo far fallire due banche in un territorio che è essenziale per la ripresa di tutta la nazione italiana».
La numero uno di Unindustria Treviso, tuttavia, guarda anche al fronte interno, appellandosi alla politica: «Non ci sia alcun tipo di strumentalizzazione: oggi c'è bisogno di essere tutti uniti per salvare queste due banche. Stiamo vedendo la luce dopo anni di difficoltà e oggi per rispetto alle famiglie, alle imprese, a tutto il nostro territorio BpVi e Veneto Banca devono essere recuperate, senza fare alcuna speculazione. È come nel caso di un terremoto: bisogna stringersi, mettersi insieme lasciando perdere i diversi colori politici e lavorare solo per la salvezza dei due gruppi bancari».
Mattia Zanardo
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Il Gazzettino