«Piero è stato un dono per Venezia». In chiesa, tanti hanno fatto un leggero cenno di assenso col capo ascoltando le parole con cui monsignor Orlando Barbaro, il religioso...
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Menegazzi, classe 1936, è stato un vero alfiere della carità e della solidarietà ed è stato ricordato in una cerimonia che ha evidenziato da un lato il suo impegno a 360 gradi, veramente da buon Samaritano (giustamente è stata letta la omonima parabola del Vangelo), e dall'altro il suo carattere schivo, sempre un passo indietro, per nulla incline al protagonismo e all'autocelebrazione che caratterizzano i nostri tempi. «Lui si muoveva - ha sottolineato mons. Barbaro, coadiuvato da nove celebranti - appena si manifestava un problema collettivo o se c'era qualcuno da aiutare, sempre in modo discreto. Carità e compassione sono state i motori del suo instancabile impegno per gli altri, tantopiù da sottolineare in un'epoca in cui registriamo una sorta di globalizzazione dell'indifferenza».
Dopo la benedizione il corteo funebre è stato accompagnato dai confratelli vestiti col mantello azzurro della Scuola Grande di San Teodoro; martedì alle 11 la tumulazione a San Michele. Come ha detto mons. Barbaro, Piero Menegazzi - conoscendolo - non se ne starà con le mani in mano nemmeno in cielo.
ti.gra.
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Il Gazzettino