«Non sono io il rapinatore Lì prendevo solo le sigarette»

«Non sono io il rapinatore Lì prendevo solo le sigarette»
IL COLPOPORDENONE «Non sono stato io, mai fatto rapine in vita mia». Nega tutto Michele Pecora, 36enne di Cordenons sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari...

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IL COLPO
PORDENONE «Non sono stato io, mai fatto rapine in vita mia». Nega tutto Michele Pecora, 36enne di Cordenons sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari perchè sospettato di essere l'autore del colpo alla Tabaccheria Santarossa di via Udine, un'azione che risale al 25 settembre scorso. Ieri si è sottoposto all'interrogatorio di garanzia e ha risposto a tutte le domande poste dal gip Monica Biasutti, che ha firmato il provvedimento cautelare eseguito due giorni fa dalla Squadra Mobile. Accanto aveva il suo difensore, l'avvocato Luca Spinazzè.

Pecora è stato indagato dopo che la polizia Scientifica ha trovato le sue impronte digitali sulla copertina di una rivista patinata esposta sul bancone della tabaccheria. L'impianto di videosorveglianza ha ripreso la rapina. L'autore è entrato indossando un casco integrale, il volto avvolto da una sciarpa rossa e una giubbetto di jeans. Impugnava una pistola che i testimoni hanno riconosciuto come un giocattolo e che puntava nervosamente sia verso titolare che stava alla cassa sia verso alcuni espositori, dietro ai quali c'era l'altro tabaccaio. Dai filmati si nota che appoggia più volte la mano sinistra sulla rivista. E sulla copertina sono state trovate quattro impronte: due sono compatibili con quelle di Pecora, le altri due non hanno sufficienti punti di contatto.
Pecora sostiene che nella tabaccheria di via Udine è andato diverse volte a prendere le sigarette, ma è passato troppo tempo, non ricorda se il 25 settembre era da quelle parti e magari andato in tabacchino e ha appoggiato la mano sulla rivista prima che il rapinatore entrasse in azione. Un altro indizio riguarda la sua macchina, una Fiat Punto bianca su cui è salito il rapinatore e di cui un testimone è riuscito a memorizzare alcuni numeri di targa. I poliziotti erano risaliti proprio alla Fiat Punto di Pecora, ma lui si difende: «L'avevo data in prestito a un amico». Amico che adesso non conferma la versione. «Credo che l'episodio adesso debba essere ricostruito anche sulla base delle dichiarazioni del mio assistito - spiega l'avvocato Spinazzè - Anche perchè, quando è stato perquisito nell'immediatezza della rapina, la polizia non ha trovato nè casco, nè sciarpa rossa, nè il giubbino che il rapinatore indossava».

Cristina Antonutti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino