«Non si fermò dopo il mortale» Il pm chiede tre anni e mezzo

«Non si fermò dopo il mortale» Il pm chiede tre anni e mezzo
L'INCIDENTE, IL PROCESSOBELLUNO Tre anni e sei mesi di reclusione e la sospensione della patente per la durata della pena. È la richiesta pronunciata ieri in Tribunale a Belluno...

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L'INCIDENTE, IL PROCESSO
BELLUNO Tre anni e sei mesi di reclusione e la sospensione della patente per la durata della pena. È la richiesta pronunciata ieri in Tribunale a Belluno dal pm Sandra Rossi per Elena Baldessari, 67 anni di Cannaregio. La donna è chiamata a rispondere dell'omicidio colposo (pre-omicidio starale ndr) per la morte del motociclista di Candide di Comelico Superiore, Gianfranco Pio Bassanello. I famigliari hanno chiesto un risarcimento di oltre un milione di euro: 300mila euro per la madre, 200mila per ciascuno dei 3 fratelli e 100mila per ciascuno dei 5 nipoti. La sentenza si conoscerà il 4 ottobre.

LO SCHIANTO
Il 44enne morì il 30 agosto 2013 alle 17.30, mentre percorreva sulla sua moto Yamaha la regionale Carnica all'uscita da Presenaio, in direzione Sappada. Dalla parte opposta arrivava su una Yaris la Baldessari che era in fase di sorpasso: ci fu un urto fronto-laterale e la donna non si fermò, per questo è accusata anche di omissione di soccorso. Ieri in aula ha parlato il super-perito chiamato dal giudice per far chiarezza sulle consulenze contrastanti di accusa e difesa: ha confermato che la donna ha sicuramente sorpassato la linea di mezzeria e ha fatto una valutazione della velocità: la moto a 99 chilometri orari, l'auto a 65.
LA PROCURA
«È stato provato ampiamente - ha detto il pm Rossi nella sua requisitoria - che la Baldessari proseguì la sua marcia senza prestare soccorso alla vittima del suo comportamento e lei era rimasta illesa. È vero che in un secondo momento è ritornata, ma con calma». Ritenendo gravissimi i fatti il pm ha chiesto la condanna a 3 anni e mezzo.
LA PARTE CIVILE
Costituiti nel processo la mamma i fratelli e i nipoti del Bassanello, con gli avvocati Cristiana Riccitiello e Eugenio Ponti. Nel processo si è tentato più volte di trovare un accordo per il risarcimento, ma alla fine l'assicurazione ha versato 140mila euro alla madre e 42mila euro per ciascun fratello. I legali hanno evidenziato come con la morte del 44enne disgaggiatore anche all'estero sarebbe venuto a mancare un pilastro per la famiglia.
LA DIFESA

Il legale dell'assicurazione chiamata come responsabile civile, l'avvocato Roberta Zancanaro ha sottolineato che le cifre richieste dalla famiglia sono basate sui massimi parametri del danno biologico. L'avvocato dell'imputata, Valerio Piller Roner, ha detto: «Le indagini della Procura sono state palesemente carenti e abbiamo dovuto attendere il processo per avere una perizia. C'è poi il trattore sorpassato, un fantasma che non è mai stato trovato». La difesa ha chiesto l'assoluzione e sottolineato anche il presunto concorso di colpa del motociclista: l'uomo aveva nel sangue un'alcolemia di 1,60 e era sotto l'effetto di cannabinoidi.
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Il Gazzettino