Non è mai piaciuto. Nè ai giocatori, nè ai tifosi. Poco adatto al

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Non è mai piaciuto. Nè ai giocatori, nè ai tifosi. Poco adatto al calcio, troppo lontano da chi sul rettangolo di gioco ha bisogno di sentire il calore dei supporter. Insomma è nato male, oggetto di un'inchiesta della magistratura per tangenti, ma non è escluso che finisca anche peggio, cioè raso al suolo e sostituito da un altro, in stile inglese, con gli spettatori proprio a ridosso della linea di bordo campo. L'Euganeo, infatti, potrebbe avere le ore contate. E questa sarebbe davvero l'ultima stagione che il Padova disputa sul suo rettangolo di gioco. Il sindaco Massimo Bitonci nelle scorse settimane aveva deciso di sistemare il Plebiscito (3 milioni di euro l'investimento), in modo che i biancoscudati dal prossimo anno possano utilizzarlo per le gare di campionato: così facendo l'impianto di viale Nereo Rocco verrà aperto solo per i grandi eventi, come i concerti, o le partite delle nazionali. In tale contesto ieri si sono inserite le esternazioni di Roberto Bonetto, amministratore delegato della società, il quale culla un sogno che potrebbe realizzare nel 2020. «Sto lavorando - ha spiegato - per aggregare un gruppo di imprenditori. Insieme vogliamo portare al sindaco una manifestazione di interesse per avere un'area di 125 mila metri quadrati nella zona dell'Euganeo, dove costruire il nuovo stadio, sei campi per l'attività del settore giovanile, una piscina e un palasport, da gestire assieme ad altre realtà sportive». Lei parla di area: potrebbe anche significare la stessa su cui oggi c'è l'Euganeo, dopo averlo demolito. «Ci riferiamo a un terreno di proprietà del Comune, da concedere a noi privati. Certo, potrebbe anche starci di realizzare l'impianto nuovo sopra a quello esistente, anche perché l'attuale stadio non avrebbe nessuna operatività una volta che fosse disponibile quello che vorremmo costruire e che dovrà essere adatto alla esigenze calcistiche di oggi. Entro un mese e mezzo, comunque, disporremo di un masterplan». Per quanto riguarda i tempi, Bonetto dovrebbe andare da Bitonci a fine novembre e la progettazione potrebbe iniziare entro fine anno. «Ripeto - ha detto ancora l'ad biancoscudato - manifesteremo il nostro interesse al primo cittadino e quest'ultimo ci dirà se per l'amministrazione va bene. In caso affermativo, a quel punto andremo avanti con bando e asta. Certo, in questo momento siamo ancora in una fase embrionale, ma importante è partire. Da zero hanno iniziato anche a Torino e a Udine. Per rivitalizzare l'area di via Nereo Rocco, che oggi è un po' abbandonata, sono previsti pure degli insediamenti commerciali». Invece, sul trasloco al Plebiscito in calendario nel 2016, Bonetto ha osservato: «Finora il Comune non ci ha comunicato nulla. L'amministrazione ha fatto le sue scelte per renderlo agibile per il calcio adottando alcuni accorgimenti, ma non siamo ancora stati coinvolti direttamente. Per noi, però, questo trasferimento temporaneo al Plebiscito, magari per 2-3 anni, sarebbe un'occasione ottima per avere il tempo di realizzare il nuovo stadio su cui poi traslocare definitivamente. Mettere a norma il Plebiscito è comunque un buon investimento, in quanto quando se andrà il Calcio Padova, servirà per gli altri sport, tra cui il rugby». Massimo Bitonci, poi, ha spiegato qual è la posizione dell'amministrazione dell'argomento, sottolineando però che, nel caso l'operazione andasse a buon fine, i tempi non saranno certo brevi. «Se ci sarà una manifestazione di interesse da parte di un gruppo di imprenditori per l'area dell'Euganeo, ne prenderò atto. Sia chiaro che, in ogni caso, sarà effettuata una gara pubblica per l'eventuale assegnazione». «Per quanto riguarda lo stadio Plebiscito - ha aggiunto - esiste un progetto preliminare, per la realizzazione del quale è stato incaricato un professionista esterno. Progetto che vogliamo comunque condividere con le associazioni dei tifosi, per dare risposta, per quanto possibile, alle loro esigenze. L'idea di trasferire il calcio al Plebiscito entro la prossima stagione è comunque confermata. Come quella di utilizzare lo stadio Euganeo per grandi eventi sportivi e musicali. Anche perché, qualora, in seguito ad una gara pubblica si stabilisse anche l'abbattimento dell'attuale struttura, i tempi per l'inizio dei lavori sarebbero lunghi».
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Il Gazzettino