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La modella italo-filippina che nel 2015 aveva incastrato Harvey Weinstein con un registratore nascosto consegnato alla polizia, ma poi convinta a firmare un accordo di riservatezza, tacendo sulle molestie in cambio di un milione di dollari, con Imane condivideva le scelte giudiziarie. Oltre alla partecipazione ad alcune cene eleganti. Da tempo ha lasciato l'Italia, ma torna ancora a Milano per deporre nell'ultimo processo a carico dll'ex premier.
Ha saputo di Imane? Cosa pensa di questa storia, come si sente?
«Sto bene, sono riuscita a prendere sonno solo la mattina. Pensare? Di tutta questa storia non so più cosa pensare. Sono dieci anni che va avanti questo processo».
Lei e Imane eravate amiche? Avete seguito un percorso giudiziario simile, condividendo anche scelte difficili.
«Non la conoscevo, l'ho solo vista in tribunale. Si è aggiunta alla parte civile con me e Chiara (Danese ndr) quando ne abbiamo fatto richiesta. Ma siamo state io e Chiara le prime a parlare di tutto».
Lei crede che qualcuno l'abbia avvelenata?
«Non so cosa sia successo, ho letto i giornali. Mi trovo in America».
Ha paura?
«Per?»
Per lei, insomma, la storia è un po' misteriosa.
«Sì, lo so. Ma purtroppo non ho informazioni sufficienti. Vorrei averle ma non le ho. Non so più di questo. Mi spiace molto per tutto. E spero venga questa situazione presa seriamente. Ripeto. Sono dieci anni che va avanti».
Imane aveva denunciate delle minacce, è stato detto anche a lei di stare attenta?
«Non ho letto di questo. Non lo sapevo».
Val. Err.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino