«Non dobbiamo aver paura di Pechino»

«Non dobbiamo aver paura di Pechino»
BASSANO - La Cina è vicina. E non solo per lo sviluppo dei trasporti e dei sistemi di comunicazione che hanno accorciato le dimensioni del mondo e le distanze tra ogni Paese....

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BASSANO - La Cina è vicina. E non solo per lo sviluppo dei trasporti e dei sistemi di comunicazione che hanno accorciato le dimensioni del mondo e le distanze tra ogni Paese. Anche per le grandi opportunità che possono arrivare da un legame sempre più stretto dell'Italia e del Nordest con i mercati stranieri. Il bassanese "emigrato" Matteo Bavaresco non ha dubbi: «Sarebbe sbagliato vedere come una minaccia i cinesi che arrivano a investire da noi. Questi rappresentano invece una grande opportunità. Loro cercano dall'Italia innovazione e design, sui quali non hanno mai raggiunto le nostre performance. Non bisogna quindi aver paura, perché vengono a esaltare le nostre migliori risorse umane: quando investono non toccano mai le compagini manageriali e aziendali, portano solo quella liquidità che oggi manca agli italiani».

Bavaresco ha avuto modo di scoprire diversi aspetti che ci accomunano ai cinesi, anche nella vita di tutti i giorni: «Mi sento di dire che siamo molto più simili di quanto si pensi. Come indole il cinese è una persona sensibile, emotivamente coinvolta e molto legato alla famiglia: i giovani hanno in casa i loro genitori e se ne prendono cura. E ci tengono molto a mangiare insieme, proprio come noi. Vengono poi dipinti come sudditi di un Paese gerarchico e comunista, invece qui c'è ampio spazio per fare business e sviluppare la propria creatività. Per il resto i cinesi sono molto curiosi - conclude il manager - e questa caratteristica può diventare arma di marketing per le aziende che vogliono entrare e crescere in questo mercato».
G.G.

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Il Gazzettino