«Non ci sono più esigenze cautelari»

«Non ci sono più esigenze cautelari»
Tutti liberi in attesa di giudizio. Dopo qualche giorno agli arresti domiciliari, in seguito alla decisione della Corte di Cassazione che aveva dichiarato inammissibili i loro...

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Tutti liberi in attesa di giudizio. Dopo qualche giorno agli arresti domiciliari, in seguito alla decisione della Corte di Cassazione che aveva dichiarato inammissibili i loro ricorsi, il giudice di Treviso ha revocato la misura restrittiva per il capitano Stefano Arrighi e il luogotenente Biagio Freni. «Non ci sono più - ha motivato - esigenze cautelari». La stessa decisione era stata presa, giorni fa, per Andrea Ongetta, l'imprenditore di Ponte di Piave, che, con i due finanzieri, è accusato di concorso in corruzione. Gli avvocati Maurizio Paniz, Francesco Murgia e Gian Maria Nicastro, con argomentazioni simili, hanno ottenuto lo stesso risultato, rovesciando sia la sentenza del Tribunale del Riesme di Venezia che della Cassazione.

Dal punto di vista dell'inchiesta si tratta di un passaggio che gioca a favore delle difese, ma le indagini del pm Giulio Caprarola non sono ancora chiuse. La Procura resta fermamente convinta (come lo è sempre stata fin dall'inizio quando ha chiesto e ottenuto l'ordinanza di custodia cautelare a carico dei finanzieri e dell'imprenditore) che i comportamenti contestati ai tre indagati siano penalmente rilevanti. La prova regina? Per quello che è filtrato dall'attività investigativa sarebbero i frame della cessione dei due orologi Iwc, avvenuta il 13 maggio 2016o al termine di un pranzo al ristorante Al Migò, situato all'interno dell'hotel Ca' del Galletto, come regalo da parte di Andrea Ongetta ai due finanzieri per aver ammorbidito, secondo gli inquirenti, una verifica fiscale. Incontro a cui avevano partecipato, in borghese, alcuni colleghi dei rappresentanti della fiamme gialle per documentare tutto. Pranzo che sarebbe stato l'epilogo di mesi di intercettazioni telefoniche e ambientali. Proprio in una di quelle intercettazioni, carpita tramite un malware installato nel cellulare di uno dei due finanzieri, si sente il capitano Arrighi lamentarsi con Freni del regalo ricevuto dall'imprenditore. «Allora l'orologio vale, costa 5.650 euro. Però è il penultimo come grafica... È uguale, preciso identico a quello che ho già, mannaggia. ... se l'avesse visto c***o, prendeva un altro modello!».
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Il Gazzettino