«Noi, collaboratori scolastici senza strumenti per le pulizie»

«Noi, collaboratori scolastici senza strumenti per le pulizie»
LAVORO CONSELVE Tutto poteva aspettarsi tranne che il suo ultimo anno di lavoro prima della pensione fosse caratterizzato da una pandemia. Gastone Barison è collaboratore...

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LAVORO
CONSELVE Tutto poteva aspettarsi tranne che il suo ultimo anno di lavoro prima della pensione fosse caratterizzato da una pandemia. Gastone Barison è collaboratore scolastico alle scuole elementari Da Vinci di Conselve e ora può dire di averle viste davvero tutte. «Ne ho passate tante a scuola ma una cosa del genere non la credevo possibile».

Quanto è cambiato il suo lavoro con il Covid?
«Tantissimo. Anche dal punto di vista della responsabilità. Come collaboratori scolastici ci occupiamo della pulizia e della sanificazione, elementi fondamentali per scongiurare il contagio. Ma penso anche al sostegno agli insegnanti, se hanno bisogno di assentarsi qualche minuto diamo un occhio noi alla classe».
Come è cambiata la sua giornata di lavoro?
«Da dove inizio? Be', all'entrata bisogna controllare che i bambini seguano i percorsi che abbiamo stabilito e con gli insegnanti facciamo attenzione che non si creino assembramenti».
E poi?
«Poi arriva la parte più delicata che è quella della pulizia alla fine delle lezioni. Purtroppo non abbiamo gli strumenti adatti ma cerchiamo di fare del nostro meglio».
Cosa vi servirebbe?
«Un irroratore o comunque qualcosa di adatto e specifico per la sanificazione. Invece dobbiamo usare disinfettante e straccio ovunque, una cosa che porta via tanto tempo».
Quanti collaboratori siete?
«Solo quattro. Servirebbe un aiuto ma manca personale, come ovunque nel mondo della scuola. Non so, si potrebbe far venire le persone che prendono il reddito di cittadinanza».
Ha partecipato all'organizzazione della scuola quest'estate?
«Certo, con il preside e alcuni maestri. La scuola è un vecchio edificio, difficile da adattare alle norme anti-Covid. Abbiamo ricevuto dal Comune il materiale necessario ma siamo stati noi a creare i percorsi, i divisori nelle aree gioco, distanziare i banchi. Riconoscimento economico pari a zero ma lo si fa perché si crede in qualcosa».
Come è andata questa prima settimana?
«Con un po' di incertezza, è tutto nuovo. Mi spiace dover chiudere per le elezioni, forse a pensarci prima sarebbe stato meglio fare diversamente».
Ha paura del contagio?
«La paura c'è sempre, è normale. Ma non deve bloccarci. Sono consapevole che c'è un rischio e cerco di fare attenzione».
Cosa è mancato?
«Una formazione seria. So che i referenti Covid hanno seguito un corso specifico dell'Istituto superiore di sanità ma sarebbe stato utile farlo anche al resto del personale scolastico».
Il lato positivo di questa situazione?

«Ho visto da parte di molti insegnanti una grande voglia di lavorare. Si vede che fanno quel mestiere perché credono nella cultura. E anche noi collaboratori scolastici ci impegniamo perché tutto funzioni al meglio».
S.M.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino