«Noi, agenti segreti del Casinò»

«Noi, agenti segreti del Casinò»
Basta lo sguardo di una donna fatale per combinare una truffa coi fiocchi al Casinò. Ma a Venezia è da più di dieci anni che non c'è pane per i denti dei truffatori, e non...

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Basta lo sguardo di una donna fatale per combinare una truffa coi fiocchi al Casinò. Ma a Venezia è da più di dieci anni che non c'è pane per i denti dei truffatori, e non perché qui le donne non siano apprezzate.

Di più, da anni la Casa da gioco lagunare è presa ad esempio, da questo punto di vista, anche dagli altri tre concorrenti italiani. E per buona parte è merito del servizio ispettivo che, con l'esperienza maturata sul campo, ha fatto scuola. È quel servizio, il Sic (Servizio ispettivo comunale), sotto i riflettori in queste settimane perché il Comune, nell'ambito della riorganizzazione e razionalizzazione della macchina pubblica, vuole tagliare i costi anche di quel settore, nel quale sono occupati 30 dipendenti comunali pagati all'incirca 5mila euro al mese grazie all'indennità di funzione che si aggira sui 2500 euro. Ma cosa fanno di preciso questi 30 agenti segreti? I trucchi nei particolari non possono essere rivelati perché altrimenti si offrirebbe un'arma ai malintenzionati, siano croupier o clienti, e non è un caso se dal 1999 ad oggi un solo ispettore è stato preso con le mani nel sacco, e se tanti ladri sono stati scoperti e denunciati; ma soprattutto se nella maggior parte dei casi i colpi sono andati a vuoto o sono falliti in partenza.
È una questione di occhio e di mestiere, raccontano alcuni di loro, e dentro alle sale da gioco qualsiasi movimento o rumore può essere il segnale che qualcosa è in atto o che qualcuno sta tentando di imbastire un colpo. Può essere lo sguardo di una donna che passa sfiorando un ispettore tentando di distrarlo, o un rumore cui nessuno fa caso e che invece indica un movimento strano al tavolo da gioco, come quello di un poussettista, un baro: di solito distraggono il croupier con un rumore qualsiasi, come quello di un gettone fatto rotolare sul legno, proprio quando la pallina sta finendo di girare, mentre il complice con un movimento repentino piazza le fiche sul numero uscito. E proprio gli ispettori veneziani qualche anno fa hanno contribuito a smascherare un'organizzazione europea di poussettisti, veri e propri artisti della truffa.
«Se una donna da sballo che assomiglia a un'attrice mi guarda e attacca discorso con me, la prima cosa che devo chiedermi è se sono diventato improvvisamente così bello e ricco da farle perdere la testa - racconta un ispettore -. Se la risposta alle due domande è no, allora sta cercando di fregarmi».
Il segreto per non cadere nelle trappole? Tenere gli occhi e le orecchie puntati sul tavolo da gioco che si è scelto di ispezionare fino a quando la pallina non ha finito di girare e la giocata non è stata pagata, per nessun motivo guardare da qualche altra parte, neanche se casca il lampadario. O se va via la luce, come accadde anni fa: una sera mancò completamente l'illuminazione e il generatore d'emergenza si attivò in ritardo; in quei pochi minuti di buio un giocatore, preso dalla foga, si buttò sul tavolo cercando di arraffare quante più fiche possibile.

Più facile scoprire quel mattacchione che i più furbi: si accontentano di poco incollando le fiche alle mani e cercando di svignarsela fischiettando.
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Il Gazzettino