Nodo mezzi e organici: pompieri in sciopero

Nodo mezzi e organici: pompieri in sciopero
LA PROTESTAPADOVA Mezzi vetusti e poco personale. I pompieri padovani ieri hanno incrociato le braccia per la quarta volta in sei mesi. Un'adesione pressochè totale del personale...

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LA PROTESTA
PADOVA Mezzi vetusti e poco personale. I pompieri padovani ieri hanno incrociato le braccia per la quarta volta in sei mesi. Un'adesione pressochè totale del personale in servizio operativo a sostegno della vertenza dell'Unione Sindacale di Base, che rivendica la riclassificazione in termini di risorse umane ed economiche dei Comandi del Veneto con particolare attenzione a quello di Padova: «La necessità di garantire un soccorso adeguato e con standard elevati è il punto di arrivo della mobilitazione e solo attraverso atti concreti questa cesserà» è quanto si legge nella nota del sindacato.

LE ACCUSE
L'Unione Sindacale di Base affida a un comunicato il resoconto dello sciopero: «A parte un tentativo di boicottaggio non riuscito da parte dell'amministrazione, la quale negava la ricezione della proclamazione dello sciopero, il personale in servizio operativo ha risposto in massa alla vertenza promossa da Usb. Segnaliamo inoltre tentativi da parte di alcuni soggetti atti ad intimare i colleghi alla non adesione, ma questo è un problema noto e fa parte di aspetti cupi di alcuni sindacati e della stessa amministrazione».
Il personale operativo ha quindi incrociato le braccia dalle 9 alle 13 garantendo comunque i servizi di soccorso tecnico e riunendosi in una assemblea spontanea durante la quale Usb ha fatto il punto della situazione.
«In questi giorni - continua il sindacato - a seguito della riuscita manifestazione della settimana scorsa alla Stanga, sono sorti interessamenti concreti da parte delle istituzioni e della politica. Attendiamo comunque l'ufficialità per avere le giuste certezze, abituati come siamo a false promesse o finti interessamenti. Siamo fiduciosi però che le promesse avute in questi giorni si trasformeranno in atti ufficiali ai quali il governo non potrà voltarsi dall'altra parte».

Altre iniziative sono in programma e «coinvolgeranno la popolazione perché il servizio di soccorso è un bene comune che deve essere salvaguardato e garantito nel migliore dei modi e non può essere assoggettato ad una legge di bilancio» chiude la nota.
Marina Lucchin
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino