No vax all'Hospice, l'ira delle famiglie «Pronti a portare le carte in Procura»

No vax all'Hospice, l'ira delle famiglie «Pronti a portare le carte in Procura»
LE CONSEGUENZEPORDENONE Focolaio all'Hospice di San Vito, il caso rischia di finire in Procura. A muoversi, infatti, sono alcuni familiari dei pazienti ricoverati nella struttura...

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LE CONSEGUENZE
PORDENONE Focolaio all'Hospice di San Vito, il caso rischia di finire in Procura. A muoversi, infatti, sono alcuni familiari dei pazienti ricoverati nella struttura che in seguito al contagio di un'operatrice sanitaria no vax è stata blindata per arginare il cluster e provare a governare la situazione. Le informazioni sono state raccolte ieri da fonti dirette e aprono la strada a una possibile coda legale dell'episodio che ha avuto un'eco regionale.

Non sarà la famiglia dell'anziano deceduto da positivo dopo l'esplosione del focolaio, a rivolgersi alla Procura. I figli dell'uomo, infatti, hanno scelto di non procedere. «Nessuno in ogni caso ci ridarà nostro padre», hanno spiegato. L'iniziativa potrebbe essere intrapresa invece da altri cittadini, che proprio a causa del focolaio innescato dall'operatrice sanitaria contraria al vaccino non hanno potuto dare l'ultimo saluto ai loro cari. L'Hospice infatti accoglie pazienti in condizioni critiche ed è capitato, durante il focolaio, che i parenti degli ospiti non siano potuti entrare per accompagnare un padre o una madre nelle sue ultime ore. Ecco la base su cui procedere.
In caso di esposto in Procura, si aprirebbe una nuova fase della vicenda. Va ricordato un dettaglio: l'operatrice no vax è risultata positiva prima che entrasse in vigore la nuova normativa nazionale che sostanzialmente rende obbligatorio il vaccino per gli operatori sanitari. Al vaglio, però, ci sarebbe e in realtà c'è già la decisione dell'Azienda sanitaria di far lavorare una dipendente non vaccinata a contatto con alcuni tra i pazienti più fragili in assoluto, come quelli dell'Hospice. Si tratta di un terreno accidentato, ma durante le tante riunioni sul tema che sono andate avanti anche ieri se n'è parlato.

Resta invece certa la decisione di concedere alle due operatrici contrarie al vaccino i tre mesi di tempo dopo il contagio per procedere alla profilassi. In caso contrario, come anticipato ieri, scatterà l'immediato trasferimento in un reparto Covid, dove non potranno contagiare nessuno, dal momento che saranno a contatto solamente con pazienti già portatori dell'infezione.
M.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino