«No Plebiscito: eravamo in duecento»

«No Plebiscito: eravamo in duecento»
La "Fiaccolata contro il consumo di suolo" promossa dalla Rete Arcella...

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La "Fiaccolata contro il consumo di suolo" promossa dalla Rete Arcella Viva e dal comitato No stadio al Plebiscito per opporsi alle opere necessarie (strade e parcheggi) per trasferire le partite del Padova di calcio nell'impianto di via Geremia, ha visto una massiccia presenza di cittadini. «Ci siamo contati - spiega Marco Sangati di Rete Arcella Viva - A fine luglio si sono mosse 200 persone, una presenza sicuramente importante». Al di là dei numeri con gli abitanti del quartiere Arcella, e non solo, si sono dati appuntamento anche diversi esponenti politici, come il deputato Alessandro Zan e numerosi consiglieri comunali (Bressa, Bettin, Beda) del Partito Democratico e di Padova 2020 (Marinello) e l'ex assessore al sociale della giunta Bitonci, Alessandra Brunetti: «Un segnale forte che tutta la città, in maniera trasversale, ha voluto dare all'amministrazione contro un'opera che non ha senso» ha detto l'ex assessore. «Non sono i partiti a guidare una mobilitazione del genere - tiene a sottolineare ancora Marco Sangati - È una presa di posizione dal basso, che coinvolge molti cittadini, anche persone che non si interessano solitamente a queste questioni e cui invece la vicenda dello stadio del Plebiscito sta a cuore». Il movimento che si oppone ai lavori di ampliamento del Plebiscito vede in particolare come problematiche l'aumento del traffico dovuto alla presenza dello stadio, la cementificazione per costruire strade e parcheggi, le difficoltà per le altre discipline sportive ospitate nell'area (nuoto, pallanuoto, pattinaggio su ghiaccio, baseball). Per questo dopo l'estate sono annunciate nuove mobilitazioni: «In consiglio comunale sono stati fatti i primi passi - conclude Sangati - ma l'iter è ancora lungo e pensiamo che si possa far cambiare idea almeno a una parte della maggioranza. Da fine agosto riprenderanno le iniziative, sia in quartiere che in centro. Stiamo anche valutando la possibilità di raccogliere le firme (ne servirebbero cinquemila) per un referendum consultivo sulla questione».
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Il Gazzettino