GLI AMBIENTALISTIVENEZIA Il prossimo evento sarà quello del 5 aprile. Comitato No Grandi Navi e Fridays for Future insieme per lanciare una marcia climatica a Venezia. Un corteo...
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VENEZIA Il prossimo evento sarà quello del 5 aprile. Comitato No Grandi Navi e Fridays for Future insieme per lanciare una marcia climatica a Venezia. Un corteo che coinvolgerà anche comitati regionali e delegazioni di movimenti climatici dall'estero per ribadire la propria contrarietà a Mose, navi e inceneritore di Fusina. «Uniremo istanze locali e cambiamento climatico ha detto ieri Marco Baravalle, del Comitato No Grandi Navi, nella nuova sede di campo S. Maria Formosa per far sì che questa città diventi il luogo simbolo di una rivoluzione climatica».
Ma prima, in vista del prossimo Comitatone del 3 marzo, ci sarà spazio per una manifestazione definita «vera e propria. Non come quella del porto che si è rivelata un flop». Tra le denunce presentate ieri, quella di una piena infiltrazione di interessi privati nel sistema portuale. Riferendosi al progetto di un terminal definitivo nel canale nord, nell'area ex Vetrocoke: 103mila metri quadri privati, trattati come appartenessero al demanio marittimo. «Un progetto che l'Autorità portuale ha già presentato alla ministra De Micheli ha detto Andreina Zitelli, del Comitato intestandoselo sul frontespizio come fosse proprio».
E che il prefetto Zappalorto avrebbe individuato come valido. Altro punto di discussione, i fanghi di scavo che, dicono gli ambientalisti, si vorrebbe far passare per meno inquinati di quello che sono attraverso un'azione di declassiamento. «Si vogliono spargere sulla laguna fanghi inquinati da pregresse attività industriali. E il paradosso è che si vorrebbe far prima il decreto e poi condurre una verifica sui luoghi dello scavo. Il nuovo protocollo è uno strumento sbagliato, con l'esito certo di guastare le qualità ambientali della laguna. Come cittadini chiediamo trasparenza ma soprattutto di poter avere voce in capitolo».
E attraverso un dibattito pubblico permanente previsto dalla legge sui problemi della città. Non ultimo, tra quelli trattati, il tema Mose. Per il quale, a detta del Comitato, a Roma manca un'istruttoria tecnica firmata da qualcuno che se ne assuma appieno la responsabilità. «Non abbiamo un solo documento firmato da tecnici che ci parlino per esempio della risonanza delle paratoie in condizioni di mari e venti sostenuti. Non c'è un esperto del Mit che ci dica che la risonanza non rappresenti un problema».
Marta Gasparon
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino