«No all'albergo trasformato in un centro di accoglienza»

«No all'albergo trasformato in un centro di accoglienza»
Oltre duecento persone, nonostante la pioggia battente, hanno partecipato ieri alla manifestazione contro il ventilato arrivo di altri ventiquattro migranti che andrebbero ad...

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Oltre duecento persone, nonostante la pioggia battente, hanno partecipato ieri alla manifestazione contro il ventilato arrivo di altri ventiquattro migranti che andrebbero ad aggiungersi alla quarantina che il Comune euganeo già ospita. Una protesta trasversale e apartitica che ha visto marciare assieme cittadini e amministratori di maggioranza e opposizione.

Il corteo, partito dallo stabilimento Pietro d'Abano, ha percorso tutto il centro di Battaglia fino ad arrivare all'albergo Terme Euganee dove dovrebbero essere alloggiati i profughi che la prefettura ha destinato alla cittadina. «Battaglia ha già fatto la sua parte - è intervenuto il sindaco Massimo Momolo - non siamo più in grado di sostenere nuovi afflussi. Queste persone devono essere distribuite omogeneamente sul territorio regionale in proporzione alla popolazione delle singole municipalità». Durante il corteo, parole pesanti sono state scandite dai manifestanti contro le cooperative che gestiscono l'accoglienza. «I profughi sono persone e non merce da sfruttare,» è stato uno degli slogan più ripetuti. Tutta via Sant'Elena, la strada che porta all'albergo, chiuso recentemente, che dovrebbe ospitare i nuovi migranti, era tappezzata di striscioni appesi agli ingressi e ai balconi delle abitazioni. «Cooperative, la crisi siete voi,» era scritto su uno dei manifesti. Ha preso la parola anche l'ex sindaco Daniele Donà: «Non è ammissibile che su 104 Comuni della Provincia di Padova, solo una decina siano chiamati a gestire queste stiuazioni. Battaglia deve tornare ad essere una città a vocazione termale e l'albergo deve riaprire per riprendere l'attività iniziata nel 1961. La gente continua a perdere il lavoro, deve pagare tasse e mutui e ci sono organizzazioni che lucrano su questa emergenza». «Oltre mille firme sono state consegnate al prefetto di Padova contro l'arrivo di altri profughi - ha affermato il consigliere leghista di minoranza Alfredo Bedin - non ci è stata data risposta. Ma noi continueremo nella nostra lotta. Battaglia ha già dato». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino