Niente timbro sul cartellino, medici controllati con il gps

Niente timbro sul cartellino, medici controllati con il gps
I suoi medici, dottorandi e specializzandi sono oggi gli unici in Italia a non timbrare il cartellino. Da domani saranno i soli ad essere geolocalizzati tramite una "app" che...

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I suoi medici, dottorandi e specializzandi sono oggi gli unici in Italia a non timbrare il cartellino. Da domani saranno i soli ad essere geolocalizzati tramite una "app" che monitorerà per filo e per segno i loro spostamenti. La Scuola di Medicina e Chirurgia dell'Università di Padova continua a distinguersi nel panorama nazionale: adesso ricorre al sistema Gps per rilevare le presenze.

L'Azienda ospedaliera, com'è noto, è a regime misto prestando servizio al suo interno camici bianchi sia ospedalieri sia universitari. I primi timbrano il cartellino da tempo immemore, i secondi no essendo finora sufficiente una sorta di autocertificazione cartacea firmata dal primario di reparto universitario che attesta la presenza dei suoi professionisti a tal ora a svolgere tal attività assistenziale.
Alla Corte dei Corti questo andazzo non è mai piaciuto e in questi giorni ha imposto il diktat: anche gli accademici devono tassativamente strisciare il badge. Da due settimane il direttore generale dell'Azienda ospedaliera Luciano Flor ha addirittura bloccato i pagamenti di turni di reperibilità e acquisto di prestazioni (due "voci" dello stipendio) nei confronti degli universitari che, da sempre profondamente allergici al convenzionale cartellino, si sono inventati un escamotage per così dire più nobile e decisamente più raffinato. Ecco dunque la proposta del presidente uscente della Scuola di Medicina e Chirurgia, il medico legale Santo Davide Ferrara: una "app" che certifichi la presenza dei medici universitari (oltre duemila tra professori e professionisti in formazione) all'interno di un perimetro ospedaliero sì ma "allargato" a istituti e aule, visto che oltre all'assistenza il Bo si occupa soprattutto di didattica e ricerca. Tant'è che il Centro di calcolo ci sta già lavorando e, tempo un mese, l'applicazione software scaricabile su dispositivi di tipo mobile, quali smartphone o tablet, potrebbe essere bell'e pronta. «Al magnifico rettore Rosario Rizzuto l'idea è piaciuta, così come all'Azienda ospedaliera e alla Regione Veneto. È un sistema informatizzato - osserva il professor Ferrara - che ci consentirà di mantenere il privilegio di non timbrare e di non essere equiparati a operai o impiegati».

Una volta in essere l'app, l'Università conoscerà con precisione dove si trovano i propri camici bianchi, sarà in grado di rendicontarne esattamente le ore di servizio per settimana e dalla piattaforma informatica l'Azienda ospedaliera potrà attingere agilmente i dati di suo interesse. Se l'accademia riuscirà a indicare una data precisa di entrata in operatività del software quale promessa ufficiale di consuntivo non più manuale, la quota parte di stipendio vacante potrebbe essere a breve saldata. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino