NEW DELHI - La parola chiave è «soddisfazione». E davvero ieri non

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NEW DELHI - La parola chiave è «soddisfazione». E davvero ieri non si è fatta alcuna fatica nel pronunciarla dopo che a New Delhi la Corte Suprema ha disposto, al termine di...

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NEW DELHI - La parola chiave è «soddisfazione». E davvero ieri non si è fatta alcuna fatica nel pronunciarla dopo che a New Delhi la Corte Suprema ha disposto, al termine di una breve udienza, che il Fuciliere di Marina Massimiliano Latorre resti in Italia fino alla fine del processo giurisdizionale aperto presso il tribunale arbitrale internazionale dell'Aja.

E «soddisfazione» per la decisione è stata subito manifestata dalla Farnesina in un comunicato che sottolinea come si tratti di «un passaggio importante che riconosce l'impegno intrapreso dal governo italiano con il ricorso all'arbitrato internazionale». Sulla stessa lunghezza d'onda, il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha sostenuto via Facebook che «la strategia del governo è quella giusta». Latorre, ormai rimessosi dall'ictus che lo ha colpito nell'agosto 2014, ha ringraziato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la ministro Pinotti e «tutti gli italiani che non mi hanno abbandonato e che resteranno sempre nel mio cuore».
Sulla scia di quanto stabilito il 26 maggio su indicazione del Tribunale dell'Aja per l'altro Fuciliere Salvatore Girone, i giudici indiani hanno accettato di modificare le condizioni della libertà provvisoria di Latorre, che fra l'altro aveva un permesso in scadenza il 30 settembre, richiedendo in cambio impegni scritti ed il rispetto di alcune regole di comportamento.
Si è trattato di una conclusione annunciata, perché già il 20 settembre, quando l'istanza italiana era stata presentata, l'Additional Sollicitor General', P.S. Narasimha, si era verbalmente detto d'accordo per questa soluzione. Ma la Corte aveva comunque preteso da parte del governo un impegno scritto.
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Il Gazzettino