Nevegal: ultimatum o si chiude

Nevegal: ultimatum o si chiude
«Belluno città turistica? Meglio smettere di parlarne, se poi il...

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«Belluno città turistica? Meglio smettere di parlarne, se poi il Comune non vuole prendersi cura del Nevegal». L'Alpe ha le idee chiare. Del resto, qualche mese fa aveva lanciato un messaggio all'amministrazione comunale, convinta che da Palazzo Rosso qualcuno avrebbe risposto: se interessa il Nevegal, dateci una mano a tenere aperta la stagione invernale; magari con un aiuto economico per l'innevamento artificiale delle piste. Tradotto, circa 100mila euro. Adesso, da quel messaggio, rimasto inascoltato, si passa all'ultimatum: «Se entro il 10 settembre non avremo risposte, non potremo avviare la stagione. Un ultimatum tecnico - spiega Maurizio Curti, presidente di Alpe del Nevegal srl -. Entro quella data dobbiamo mettere in atto le procedure per l'innevamento artificiale. Ovvio che ci aspettiamo una risposta da parte del Comune, visto che il Nevegal non è patrimonio dell'Alpe, ma è un bene della città, che a detta dell'amministrazione comunale si considera turistica». A dirla tutta, da Palazzo Rosso, una risposta è arrivata: «Il Comune non può dare soldi ai privati». Ma l'Alpe non ci sta. «Quella del pubblico che non può dare soldi ai privati è una grande scusa - rilancia Curti -. Le soluzioni, se si vuole, si trovano. Io propongo un tavolo di ingegneria politica, nel senso che chi amministra deve metterci l'ingegno. L'esempio lo abbiamo con al realizzazione delle piste di mountain bike: le ha fatte l'Unione Montana con soldi del Comune; sono un patrimonio per il Colle e le gestiamo noi. Credo si possa studiare qualcosa di simile anche per la parte invernale». Ad esempio? «Il Comune potrebbe prendersi l'onere dell'innevamento e poi darci in gestione l'impianto - continua Curti -. Ma è solo un esempio. Il sindaco sa bene cosa chiediamo: un contributo per l'innevamento e un aiuto una tantum per la sciovia delle Erte, per la quale ci sarebbero anche 250mila euro in Regione. Si sappia però che se chiudiamo quest'inverno non vuol dire che riapriremo l'estate o l'anno prossimo».

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Il Gazzettino