«Nessuna moschea nel comune»

«Nessuna moschea nel comune»
SAN DANIELE - «Tutti sanno, o immaginano, che non è possibile realizzare un luogo di culto così delicato senza autorizzazioni, addirittura governative, e senza una puntuale...

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SAN DANIELE - «Tutti sanno, o immaginano, che non è possibile realizzare un luogo di culto così delicato senza autorizzazioni, addirittura governative, e senza una puntuale previsione del Piano urbanistico comunale; ancora di più in questo momento storico. Quindi l'ipotesi moschea a San Daniele del Friuli è inesistente e impraticabile». Così il sindaco della cittadina collinare Paolo Menis interviene sulle polemiche divampate a seguito di un manifesto appeso nelle scorse settimane a Cussignacco all'ingresso di un raduno di persone per celebrare il ramadam e che riportava la dicitura «aiutateci a raccogliere fondi per la moschea a San Daniele» con tanto di iban e cifre. L'intenzione, avevano spiegato in quella circostanza i rappresentanti dell'associazione Atlas, era quella di acquistare la parte di capannone di via Oscar Romero nella zona artigianale sandanielese, preso in affitto ed utilizzato da diversi anni come centro di ritrovo. La notizia ha creato non poca preoccupazione nella cittadinanza, e soprattutto negli artigiani operanti nelle vicinanze. Il caso era stato portato poi all'attenzione del consiglio comunale dalla minoranza che chiedeva spiegazioni. Menis, dopo essersi confrontato con le autorità di pubblica sicurezza ha subito convocato alcuni incontri, ribadendo «che nella zona artigianale non sarà possibile realizzare alcuna moschea e che quanto comparso in quel manifesto, è sbagliato, fuorviante e scorretto». Menis ha quindi spiegato che «in questi ultimi anni non c'è mai stata alcuna lamentela nei confronti delle attività realizzate da questa associazione culturale, regolarmente iscritta al registro regionale del volontariato, e che spesso ha collaborato con le iniziative dell'associazionismo locale», stigmatizzando però il recente comportamento degli stessi «per aver diffuso una comunicazione ingannevole». Gli associati ad Atlas (circa una trentina) continueranno ad incontrarsi nella loro sede di via Oscar Romero e a svolgere le loro attività culturali «che bisogna dire prevedono anche le preghiere secondo il loro rito. Il Comune - conclude Menis - potenzierà tutti i controlli».

David Zanirato

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Il Gazzettino