«Nessun colpevole per i roghi di Quinto» il murales di Django fra rabbia e ironia

«Nessun colpevole per i roghi di Quinto» il murales di Django fra rabbia e ironia
«Nessun gip può permettersi di archiviare lo schifo che è stato il pogrom nazista di Quinto ai danni dei migranti che avrebbero avuto il diritto di essere ospitati». Gli...

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«Nessun gip può permettersi di archiviare lo schifo che è stato il pogrom nazista di Quinto ai danni dei migranti che avrebbero avuto il diritto di essere ospitati». Gli attivisti del centro sociale Django l'hanno urlato ieri davanti all'ex Provincia. Alla base dell'iniziativa c'è la decisione della Procura di archiviare il fascicolo aperto dopo i roghi e le violenze scoppiate tra il 15 e il 16 luglio nel contesto della rivolta di Quinto contro l'arrivo di 101 profughi, sistemati in due palazzine di via Legnago e trasferiti dopo 3 giorni nell'ex caserma Serena. Megafono alla mano, ieri i ragazzi hanno distribuito volantini e dipinto una chiara scritta sui pannelli di legno che chiudono il parcheggio della vecchia Provincia: «Pogrom di Quinto: nessuna giustizia». E poi uno striscione: «Quinto. Luglio 2015 -si legge- nessun colpevole». «È stato archiviato il caso nei confronti dei fascisti di Forza Nuova -attaccano gli attivisti- accoglienza degna: i rifugiati sono benvenuti». Proprio in questi giorni il centro sociale Django si appresta a festeggiare il primo compleanno. Il 6 novembre 2014 il collettivo Ztl diede l'annuncio urbi et orbi: «Da oggi Treviso ha il suo centro sociale». Poi sdoganato dalla progettazione partecipata dell'ex Piave. Le festa è già iniziata con una serie di eventi: venerdì è stata la volta di Wu Ming, iniziativa da tutto esaurito; ieri serata con Inoki&Bonnot; oggi va in scena il pranzo sociale e i balli con i migranti provenienti dall'Africa.(((favarom)))
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Il Gazzettino