Nella requisitoria il pm aveva chiesto una condanna a 6 anni e 9 mesi

Nella requisitoria il pm aveva chiesto una condanna a 6 anni e 9 mesi
Un sospiro di sollievo e un momento di commozione. È così che Marco Tirelli, udinese di 51 anni, ha ascoltato ieri in aula la pronuncia del Tribunale di Udine che lo ha assolto...

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Un sospiro di sollievo e un momento di commozione. È così che Marco Tirelli, udinese di 51 anni, ha ascoltato ieri in aula la pronuncia del Tribunale di Udine che lo ha assolto «per non aver commesso il fatto», scagionandolo dalla pesante accusa di essere l'autore della rapina con coltello messa a segno nel tardo pomeriggio del 7 novembre allo spaccio agricolo di via Pio Ferrari a Udine.

«È stata fatta giustizia», ha commentato all'esito il suo avvocato Rossana De Agostini che si è spesa, anche in collaborazione con l'avvocato Alessandro Calienno, per dimostrarne l'innocenza. «Si è professato innocente fin dall'inizio», ha sottolineato il legale in aula, nell'arringa con cui ne aveva chiesto l'assoluzione per non aver commesso il fatto, anche con la formula del secondo comma, come poi accolto dai giudici, dopo la requisitoria dell'accusa che aveva concluso con una richiesta di condanna a 6 anni e 9 mesi. L'avvocato ha ricordato ai giudici la testimonianza dell'ex moglie dell'imputato che aveva riferito di essere con lui da tutt'altra parte quel pomeriggio e ha contestato le modalità con cui era stata effettuata la ricognizione di persona in incidente probatorio.
La difesa aveva anche contestato le presunte similitudini con le rapine del 2012 alle sale slot che avevano portato gli investigatori a sospettarlo per il colpo.

«Ha sempre detto tre anni fa ho sbagliato, ma ho pagato per questo. Il suo cruccio era ritrovarsi in questo vortice e dover pagare per qualcosa che non aveva fatto. Aveva scontato la sua pena e già prima di uscire dal carcere aveva creato le prospettive per ricominciare una nuova vita. E si è ritrovato per un anno ai domiciliari sapendo di essere innocente». Arrestato il 28 novembre, dopo una decina di giorni di custodia cautelare in carcere, l'uomo era stato messo ai domiciliari in casa dell'ex moglie che si era resa disponibile proprio sapendolo estraneo alla vicenda. La misura è stata dichiarata estinta ieri dal collegio presieduto dal giudice Carla Missera, che gli ha restituito la libertà.
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Il Gazzettino