Nella Marca e nella città del Cima Michele Scarponi aveva trovato l'amore e spiccato il volo per approdare al professionismo. Prima un triennio da Dilettante sino al 2000 alla...
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Anna e Michele si erano conosciuti proprio a Conegliano nella casa di Nazzarena, dove era spesso ospite di Federico, il fratello, compagno di squadra nella Site. «Anna mi ha subito telefonato per darmi la triste notizia e credo di essere stata la prima ad esserne informata» afferma Nazzarena. «La scintilla tra Michele e Anna è scattata proprio a casa mia - sottolinea - e si sono sposati mettendo su casa nel paese di lui, dove Anna, dopo il diploma allo scientifico Marconi di Conegliano e la laurea a Padova, lavora come farmacista».
Solo una settimana anagrafica (18 settembre 1979 Federico, 25 settembre Michele) divideva Scarponi da Federico Tommasi. I due si frequentavano anche al di fuori del ciclismo. Ed è stato a casa di quella che poi diventerà la suocera che Michele incontra Anna, sorella di Federico: diventata sua moglie, avrebbero avuto Tommaso e Giacomo, i gemellini che ora hanno 5 anni. Le frequentazioni coneglianesi di Scarponi non si sono mai interrotte: quand'era in zona per gli allenamenti prediligeva il Montello come afferma Franco Pellizotti: «Non siamo mai stati compagni di squadra ma sia da Dilettanti che da pro' salivamo insieme le Prese. Eravamo i due vecchietti del gruppo. Scarpa mancherà davvero parecchio a tutti».
Luciano Rui ha diretto Scarponi nella Zalf-Fior e serba il ricordo unanime. «Troppo facile dire che questa è la vita, vincitore a inizio settimana di una tappa al Tour of the Alpes dove è stato protagonista sino a poche ore fa. Di Michele ricordo il suo ottimismo, la sua simpatia, sempre pronto a scherzare anche nei momenti difficili, era un guascone serio».
Giuseppe Lorenzetto è stato il patron con Fausto Dall'Armellina alla Site Frezza che quell'anno tesserò alcuni atleti del Centro Italia tra cui appunto Scarponi. «Da noi aveva creato un gruppo di matti buoni con Ezio Casagrande, massaggiatore Fausto Zanatta e il diesse, l'ex provessionista Giovanni Renosto. Tra di loro si chiamavamo il gatto e la volpe, pronti a fare scherzi, qualche sfida esuberante, a 21 anni non poteva che essere così, infatti lo ricorderò sempre sorridente».
Così anche la Marca, con Anna e i gemellini, piange il suo umile campione venuto da fuori, diventato grande e andato avanti.
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Il Gazzettino