Nell'azienda balneare diciotto in nero su 23

Nell'azienda balneare diciotto in nero su 23
Nello stabilimento balneare di Santa Margherita di Caorle lavoravano in 23, ma 18 erano irregolari tra cui anche uno straniero con il permesso scaduto. ...

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Nello stabilimento balneare di Santa Margherita di Caorle lavoravano in 23, ma 18 erano irregolari tra cui anche uno straniero con il permesso scaduto.

L'operazione della Sezione operativa navale della Guardia di finanza di Caorle, diretta dal l.ten. Giuseppe Cassano, con i colleghi della Tenenza, agli ordini del l.ten. Pietro Caroli, è scattata ancora la scorsa estate. Per mesi i militari hanno effettuato verifiche in un insediamento di Porto Santa Margherita, mentre i bagnanti si godevano la vacanza. Non sapevano che il personale che li seguiva era bravo ma in gran parte irregolare. I finanzieri sono andati a verificare la posizione di tutti i dipendenti della società e gli orari di attività. Verifiche non facili, mirate ad accertare gli orari di lavoro di tutto il personale attraverso i badge, che si sono protratte per diversi mesi. Proprio attraverso le tessere magnetiche i finanzieri hanno ricostruito gli orari di servizio degli addetti, scoprendo che in realtà il contratto era per fasce ridotte. Insomma, secondo i controlli, diversi dipendenti prendevano dei fuori busta mentre altri erano assunti con mansioni differenti da quelle che in realtà svolgevano. Le verifiche, a cui ha preso parte il vicecomandante della sezione operativa navale di Caorle, m.llo Massimo Urbanetti, si sono poi estese tra la Puglia, Milano, Treviso, Venezia e Pordenone, per audizioni al personale stagionale. Tra questi anche un cittadino albanese che aveva il permesso di soggiorno scaduto.
Per tutto ciò l'amministratore della srl, un caorlotto, è stato denunciato alla Procura di Pordenone. Tutto è stato poi riportato all' Ufficio del lavoro di Venezia. Per l' azienda intanto è in arrivo una multa da almeno 15 mila euro, ma i militari hanno già riscontrato altre infrazioni che faranno salire la punizione a 25mila euro.
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Il Gazzettino