«Nel mirino gli anziani, fenomeno arginato in tempo»

«Nel mirino gli anziani, fenomeno arginato in tempo»
L'ALLARMEFIUME VENETO Gli obiettivi della baby gang erano le persone più indifese: gli anziani. «Spesso approfittavano della loro giovane età per carpirne la fiducia», ha...

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L'ALLARME
FIUME VENETO Gli obiettivi della baby gang erano le persone più indifese: gli anziani. «Spesso approfittavano della loro giovane età per carpirne la fiducia», ha osservato ieri il maggiore Luciano Summo, comandante della Compagnia di Pordenone. «Non sappiamo se per loro era un gioco o una sfida, ma abbiamo notato che furto dopo furto si sentivano è più forti e sicuri». I Carabinieri sono convinti di aver arginato un fenomeno che rischiava di sfuggire di mano e di aver conseguenze più pesanti. Durante l'estate i cinque adolescenti si muovevano tra Fiume Veneto, Zoppola, Pescincanna e Cimpello senza orari a cui sottostare. Le famiglie? Di come passavano pomeriggi e serate lo hanno scoperto soltanto in seguito alle indagini.

Indagini che nella fase iniziale sono state coordinate dal sostituto procuratore Monica Carraturo, perchè non si immaginava che dietro ai furti ci fossero dei ragazzini. L'allarme sociale creato dalle scorribande notturne era altissimo. Su gruppi Facebook gli abitanti continuavano a segnalare casi di furto e la paura cresceva. I carabinieri di Fiume Veneto hanno dato un'accelerata alle indagini, finchè si sono trovati di fronte alla baby gang. A quel punto l'indagine è passata nelle mani della Procura per i minorenni di Trieste. Il procuratore Leonardo Tamborini l'ha seguita personalmente, tenendosi costantemente informato sul lavoro dei pm Francesco Verderese e Francesca Portesan. I ragazzi sono molto giovani - 13, 15, 16 e 17 anni - e da parte dei magistrati vi è la massima attenzione, l'obiettivo è far loro comprendere che la strada da intraprendere è un'altra e non ha nulla a che fare con atteggiamenti da bulli.
I Carabinieri, intanto, ringraziano i tanti cittadini che con le loro segnalazioni tempestive hanno contribuito alle indagini e all'identificazione del banda. «Sono stati le nostre telecamere puntate sul territorio - ha detto Summo - a conferma che quando le segnalazioni al 112 sono tempestive, si possono ottenere risultati. È meglio segnalare a noi direttamente le situazioni che possono avere rilevanza penale, piuttosto che lasciare messaggi sui social».

La refurtiva è stata interamente restituita ai derubati. Su una ventina di furti denunciati, 15 sono stati risolti. Un capitolo a parte riguarda le biciclette. Agli adolescenti è attribuito un solo furto, ma gli episodi sono numerosi. Cinque biciclette sono già state restituite ai proprietari. Ve ne sono ancora quattro senza padrone.
C.A.
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Il Gazzettino