Nascondeva armi in casa, meccanico rischia il processo

Nascondeva armi in casa, meccanico rischia il processo
CONSELVEUomo di indole violenta, ha una particolare predilezione per le armi. Più volte ha minacciato di usarle contro la moglie, tanto da guadagnarsi un paio di manette. A...

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CONSELVE
Uomo di indole violenta, ha una particolare predilezione per le armi. Più volte ha minacciato di usarle contro la moglie, tanto da guadagnarsi un paio di manette. A quattro mesi dall'arresto la Procura della Repubblica presenta il conto ad A.M., 45enne titolare di un'officina, attualmente sottoposto alla misura del divieto di avvicinamento all'ex consorte 43enne, domiciliata a Terrassa. Il pubblico ministero Roberto Piccione ne chiede il rinvio a giudizio con le accuse di maltrattamenti in famiglia, possesso e detenzione illegale di armi da sparo. L'artigiano, difeso dagli avvocati Monia Ravarotto e Carlo Covi, dovrà presentarsi il prossimo 17 gennaio davanti al giudice dell'udienza preliminare Domenica Gambardella. L'ex moglie, assistita dall'avvocato Cristina Bissacco, si costituirà parte civile.

VITA D'INFERNO
A.M. era geloso e paranoico. Le scenate, in cui distruggeva arredi e suppellettili, erano praticamente all'ordine del giorno. Distribuiva cappi per casa e lasciava proiettili vicino alle fotografie della moglie, accusandola di avergli rovinato la vita e minacciandola anche di morte. É un vero e proprio calvario quello affrontato dalla 43enne. Dopo averlo ripetutamente perdonato, la donna, sottoposta da anni ad umiliazioni e vessazioni di natura psicologica, con insulti di ogni tipo, è stata costretta a denunciare il consorte per il timore che potesse scappare con il figlio di 8 anni.
Durante una delle ultime visite lui l'avrebbe insultata e minacciata rifiutandosi di riconsegnare il piccolo. L'11 agosto scorso i carabinieri avevano fatto irruzione nell'abitazione di famiglia alle cinque e venti del mattino. Avevano accertato che vessazioni e minacce, anche con l'uso di armi, andavano avanti da un pezzo, al punto che la poveretta era stata costretta più volte a chiudersi in camera da letto con il figlio, temendo per la propria incolumità. D'intesa con il pm Piccione, i carabinieri avevano proceduto all'arresto per maltrattamenti.
LA PERQUISIZIONE
Poi era scattata la perquisizione della casa. Inizialmente i militari si erano imbattuti in 74 grammi di marijuana e 1,2 grammi di hashish: il meccanico ne avrebbe giustificato la detenzione per uso personale ma lo stupefacente era finito ugualmente sotto sequestro. Nell'abitazione era stata poi scovata una penna-pistola in ferro, tipo minolux, con percussore per il lancio di razzi di segnalazione, costruita in maniera artigianale. La consulenza tecnica disposta dalla Procura aveva stabilito che l'arma, priva di matricola e quindi clandestina, era in grado di incamerare e sparare una cartuccia calibro 22.

Oltre ad una pistola priva di tappo rosso con munizioni a salve e una balestra, la cui detenzione non viene contestata, era stata sequestrata ad A.M. pure una carabina ad aria compressa Gamo. Si tratta di un'arma comune da sparo in grado di erogare un'energia cinetica superiore a 7,5 joule, anch'essa detenuta illegalmente.
L.I.
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Il Gazzettino