Nasce il patto per il Nevegal

Nasce il patto per il Nevegal
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L'INCONTRO
BELLUNO Un patto per il Nevegal. Con l'assunzione di responsabilità tra tutti i soggetti che operano sul Colle e la definizione di ambiti specifici di intervento. Non sarà l'elisir di lunga vita per la montagna di Belluno. Ma è un punto di partenza. Solo chi semina raccoglie. E ieri, gli operatori del Nevegal, gli albergatori e semplici cittadini innamorati della località hanno seminato. Idee e buoni principi, tanto per cominciare. Dopo anni di chiacchiere su come salvare il Colle, è già qualcosa. Certo, servirà una fase due, operativa. Ma intanto, il brain-storming organizzato dal Circolo Pd Castionese (e condotto da Irma Visalli) ha impiantato il cantiere. Alla riunione della Nogherazza, ieri sera, c'erano tutti (o quasi). Dall'Alpe al Rifugio Bristot, dallo Slalom alla Grava, dall'Apreski alla scuola sci Nevegal, dall'albergo Pineta, fino allo sci club Limana. Una ventina di persone che vivono e operano sul Colle. E sul Colle vogliono continuare a vivere e operare.

I TEMI
Sono nati prima i servizi o la residenzialità? Un problema vecchio tanto quanto la prima seggiovia del Colle. Quindi vecchissimo. Ma sempre attuale. Anche ieri, difatti, è saltata fuori la vexata quaestio del Nevegal come località senza una frazione o un paese di riferimento. «Senza servizi non ci può essere un paese, eppure i servizi non arrivano se non c'è un paese abitato - ha detto Barbara, dell'albergo Slalom -. Purtroppo siamo sempre fermi qui». Eppure, qualcuno ha provato a portare un servizio. E che servizio. «Abbiamo tentato l'acquisto dell'albergo Olivier per farne una scuola dello sport - ha spiegato Davide Capponi, presidente provinciale Aics (il gruppo sportivo che gestisce Pian Longhi) -. Sarebbe stato la base di partenza su cui costruire un'offerta sportiva. La proprietà, però, ci ha sparato un cifra improponibile. Tanto che costerebbe meno costruire un nuovo albergo».
LA CURA DEL TERRITORIO
E gli sfalci? Ecco l'altro grande tema del Nevegal. «Il territorio diventa appetibile per il turismo, solo se è curato - ha detto Patrizio De Biasi (gestore dell'Apreski) -. Ma spesso ci siamo trovati con l'erba alta in piena estate». Qualcuno che si arrangia c'è, ma poi finisce che si stufa, perché diventa una voce che grida nel deserto.
CENTRO BENESSERE E NEVE

«Servirebbe un albergo con il welness - ha detto Giorgio Sitta, gestore della Grava -. E un lago artificiale per l'innevamento». Già, l'innevamento, che tanto serve all'Alpe. «Chiediamo la collaborazione di tutti gli operatori» l'appello di Maurizio Curti, presidente di Alpe del Nevegal srl. Eccola la parolina magica: collaborazione. Gli operatori si sono lasciati con una pianificazione strategica da costruire. Insieme, però, E con la presa di coscienza che solo definendo i compiti si può creare la regia del Colle.
Damiano Tormen
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Il Gazzettino