Musei cittadini: nuovo statuto per crescere

Musei cittadini: nuovo statuto per crescere
AREE ESPOSITIVEBELLUNO Un passo più vicini alla serie B. I Musei civici di Belluno si dotano di uno Statuto: servirà per salire di livello e portare Fulcis e il futuro...

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AREE ESPOSITIVE
BELLUNO Un passo più vicini alla serie B. I Musei civici di Belluno si dotano di uno Statuto: servirà per salire di livello e portare Fulcis e il futuro archeologico del Bembo un passo più in alto, vicini all'Olimpo dei musei nazionali maggiori. Il regolamento è stato discusso ieri sera in sede di Terza commissione, a Palazzo Rosso. Per il via libera, però, servirà anche il passaggio in Consiglio comunale. L'assessore Marco Perale spiega perché non basti un palazzo antico ristrutturato di fresco, begli allestimenti e buone collezioni per accedere al posto al sole dei musei più accreditati d'Italia.

LA MODERNIZZAZIONE

«Lo Statuto è una delle tappe del percorso di modernizzazione dell'offerta museale di Belluno e della sua articolazione spiega -. Questo processo ha preso impulso circa vent'anni fa, ma per ora restiamo in serie C, diciamo. Tuttavia essendo un capoluogo, potendo dotarci di strumenti quali lo Statuto e avendo, in prospettiva, tre sedi possiamo pensare con buone ragioni di chiedere la promozione. Certo, è impensabile accedere alla serie A dove stanno i più grandi musei italiani, ma la B è assolutamente raggiungibile continuando a lavorare in questa direzione». Dotarsi di un documento che metta nero su bianco indicazioni, norme, disposizioni valide per il Fulcis, il futuro archeologico di Palazzo Bembo e per il museo naturalistico di piazza Piloni, è un passaggio necessario ma non sufficiente a raggiungere la meta. Altro elemento richiesto è la presenza di un comitato scientifico a presiedere l'attività del polo museale e, di questo, il Comune si è dotato diversi mesi fa. Cosa cambierà? Per il pubblico poco, per l'organizzazione e la strutturazione interna del lavoro qualcosa. «Lo Statuto, per esempio spiega ancora Perale indica di decidere chi si occupa dei prestiti e chi di accompagnare le opere date in prestito. Finora non c'era una persona fissa e non sempre le opere che uscivano dal museo dirette ad altri musei erano accompagnate dal personale, per esempio dal curatore Denis Ton. D'ora in avanti sarà invece questa la prassi. Non sono inezie. Una volta adottato il testo, allora il nostro polo museale assumerà maggior credibilità agli occhi del mondo e potremo pensare di collaborare con realtà molto grandi e prestigiose, di ottenere prestiti con musei con i quali oggi non è consentito interagire».
A.Tr.
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Il Gazzettino