Muore in carcere Madoff ideò la truffa del secolo e fece tremare Wall Street

Muore in carcere Madoff ideò la truffa del secolo e fece tremare Wall Street
LA STORIANEW YORK Il tribunale lo aveva condannato a restare in carcere fino al 2137, all'età di 210 anni. Ma Bernie Madoff, il finanziere truffatore che aveva bruciato miliardi...

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LA STORIA
NEW YORK Il tribunale lo aveva condannato a restare in carcere fino al 2137, all'età di 210 anni. Ma Bernie Madoff, il finanziere truffatore che aveva bruciato miliardi di dollari di investimenti di migliaia di ignari risparmiatori, è deceduto nell'infermeria del carcere di Butner in Nord Carolina, probabile vittima della crisi renale irreversibile che lo aveva colpito negli ultimi tempi. Si lascia alle spalle una lunga scia di disperazione che ha colpito intere famiglie, annientato ingenti capitali di investimento, e causato la morte di almeno altre quattro persone tra le quali due dei suoi figli.

IL FILM
Madoff è stato una figura tragica nel mondo della finanza. L'arco della sua vita è stato tanto intenso da aver ispirato un film nominato per gli Emmy (protagonista Robert De Niro), e una miniserie televisiva (con l'interpretazione di Richard Dreyfuss). Era nato nel 1938 in Queens in una modesta famiglia, con il padre idraulico che a tempo perso agiva da broker in borsa. Poco più che ventenne aveva iniziato la carriera piazzando commissioni di acquisto di azioni per conto di clienti sempre più grandi. Invece di farsi pagare commissioni, incassava su ogni titolo i 12,5 centesimi di differenza tra il prezzo di offerta e quello di vendita. Con questo metodo ammassò una fortuna che gli permise di accreditarsi a Wall Street, guadagnare tre volte la nomina alla direzione del Nasdaq del quale era stato uno dei fondatori, e aprire il fondo Madoff Securities con il quale acquisì la nefasta notorietà che lo portò alla rovina.
La truffa che aveva ideato era antica nella forma, banale nel disegno e oscura nel dettaglio, almeno per i clienti che accettavano l'alto livello di segretezza pur di consegnare i loro soldi al Re Mida che li avrebbe resi ancora più ricchi. Madoff prometteva profitti da favola, tra 12 e il 15% l'anno. In realtà il cuore dell'attività del suo ufficio era la creazione di resoconti fasulli, nei quali le date di acquisto e di vendita erano ricostruite ad arte a posteriori per giustificare guadagni esistenti solo sulla carta.
La sua vera abilità è stata quella di attrarre i capitali ereditari della grande e media borghesia newyorkese. Il finanziere sapeva che molti dei suoi clienti non avevano un bisogno immediato di quei soldi, ed erano felici di contare la ricchezza virtuale. L'analista finanziario Harry Markopolos aveva provato a riprodurre lo schema dei profitti dichiarati usando i dati reali senza riuscire a simularlo, e per questo aveva dichiarato Madoff «il più grande truffatore del suo tempo», ma nessuno lo aveva ascoltato. Il momento della verità arrivò nel 2008, quando all'inizio della crisi del credito, le grandi banche e i fondi pensione che gli avevano consegnato capitali di investimento chiesero liquidità. Madoff ammise ai due figli che lavoravano con lui che dietro la contabilità non c'era nulla, e due giorni dopo la polizia era nel suo ufficio. A fronte di una ricchezza dichiarata di 65 miliardi, a tutt'oggi i creditori sono stati risarciti di 14,3 miliardi. La truffa ha colpito 37.000 persone in 136 paesi. Tra le vittime la fondazione di Eli Wisel, la Yeshiva University e la squadra di baseball del NY Mets; il regista Steven Spielberg, gli attori Kevin Bacon, John Malkovich e l'anziana Za Za Gabor. Fortune dilapidate, famiglie gettate sul lastrico. Il figlio Mark si impiccò nel secondo anniversario dello scandalo; il fratello Andrew è morto nel 2014 per una leucemia che aveva sempre attribuito al dolore e alla vergogna ereditate dal padre.
LA FAMA DA BOSS

In carcere Madoff era stato accolto da frequenti scazzottate che gli avevano più volte ferito la faccia, forse su commissione esterna. Con il tempo era riuscito a consolidare una fama da boss, e ad acquisire incolumità anche per via dell'amicizia di veri mafiosi come il capo della famiglia Gambino Carmine Persico. Donald Trump aveva ignorato la domanda di grazia da lui presentata l'anno scorso.
Flavio Pompetti
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Il Gazzettino