«Msc Opera, guasto sottovalutato» dopo un'ora schianto sulla banchina

«Msc Opera, guasto sottovalutato» dopo un'ora schianto sulla banchina
L'INCIDENTEVENEZIA Il primo segnale d'allarme che evidenziava la presenza di un problema elettrico a bordo della Msc Opera, risale alle 7.26, più di un'ora prima rispetto al...

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L'INCIDENTE
VENEZIA Il primo segnale d'allarme che evidenziava la presenza di un problema elettrico a bordo della Msc Opera, risale alle 7.26, più di un'ora prima rispetto al momento in cui, la grande nave da crociera, non più governabile in pieno canale della Giudecca, entrò in collisione contro una motonave ormeggiata in banchina a San Basilio, poco dopo le 8.30 del 2 giugno 2019.

È quando emerge dalla ricostruzione effettuata, grazie a mesi di accertamenti tecnici, dai consulenti nominati dalla Procura, l'ammiraglio Francesco Carpinteri, il capitano di vascello Domenico Guadalupi e il tenente di vascello Gabriele Lunazzi Gorizza. La loro relazione è stata depositata ai pm Giorgio Gava e Andrea Petroni, nonché ai difensori dei sette indagati, i cui esperti di fiducia dovranno completare l'elaborato con le rispettive considerazioni. Soltanto a quel punto la Procura potrà tirare le fila dell'inchiesta e decidere se e nei confronti di chi chiedere il processo.
ALLARME SOTTOVALUTATO
I consulenti dei pm rilevano come quel primo allarme, scattato quando la Opera era ancora fuori dalla bocca di porto del Lido, sia stato sottovalutato da capo elettricista e direttore di macchina che non avrebbero disposto alcun intervento: per un'ora l'impianto continuò a funzionare grazie alle batterie di emergenza per poi rendere ingovernabile timone e sistema di propulsione con i sistemi ordinari. Il comandante a quanto pare non era stato avvisato e, quando alle 8.27 scattò il secondo allarme, a batterie esaurite, le manovre di emergenza per poter manovrare la nave furono attivate con un ritardo di un minuto e mezzo, e furono eseguite in maniera errata: la Msc Opera si sarebbe potuta fermare, ma tali circostanze non lo hanno consentito. L'ancora fu gettata tempestivamente, ma non fu risolutiva in quanto la nave stava procedendo troppo valoce, ad oltre sei nodi. Secondo i consulenti della Procura il personale di bordo non sarebbe stato addestrato in maniera adeguata a gestire emergenze di quel tipo.
Nella relazione non vengono individuate responsabilità a carico dei due piloti del Porto, saliti a bordo alle 7.33 (assistiti dagli avvocati Giorgio Bortolotto e Francesco Munari, né dei comandanti dei due rimorchiatori (difesi dagli avvocati Marianna Tassetto e Marco Vianello) che iniziarono a scortare la Opera, il primo alle 7.42 a prua, il secondo alle 8.10 a poppa, e che hanno fatto tutto quello che potevano.
LA DIFESA

«Msc prende atto delle conclusioni della relazione tecnica presentata dai consulenti della Procura, alla quale replicherà, nei termini di legge, evidenziando una serie di elementi che appaiono essere stati trascurati - ha dichiarato la società attraverso un comunicato diramato in serata - Allo stesso tempo, la Compagnia fa notare che la relazione attribuisce in modo chiaro l'avaria ad un vizio dell'impianto elettrico risalente alla fase di costruzione della nave; vizio che non poteva essere identificato dalle regolari verifiche a cui la nave è sempre stata regolarmente sottoposta. I consulenti del Pubblico Ministero riconoscono, inoltre, che l'intervento in emergenza compiuto da personale di bordo della nave è stato in grado di minimizzare i danni. La stessa relazione tecnica attesta, infine, che la nave aveva perfettamente e recentemente superato tutte le verifiche di classe e statutarie, e che le procedure di emergenza previste dalla Compagnia erano tutte adeguate.
Gianluca Amadori
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Il Gazzettino