Alla fine ha deciso di parlare Luciano Neri, l'ingegnere romano accusato di essere l'inventore del sistema di false fatture che il Consorzio Venezia Nuova ha utilizzato a lungo...
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Nonostante l'indagine penale sia finita in prescrizione per il troppo tempo trascorso, il procuratore regionale della Corte di conti, Paolo Evangelista e il sostituto procuratore generale, Chiara Imposimato, hanno concluso l'inchiesta per danno erariale con la citazione a giudizio di Giuseppone, ritenendo provato che l'allora collega abbia asservito la funzione di magistrato agli interessi del Cvn: la Procura chiede la sua condanna ad un risarcimento di 450 mila euro a titolo di danno da disservizio provocato alla Corte dei conti, somma pari a metà degli stipendi netti da lui percepiti dal 2000 al 2008. L'udienza si aprirà il prossimo 8 giugno, a Venezia, a palazzo dei Camerlenghi, sede della Corte dei conti del Veneto.
L'ex giudice erariale si difende respingendo ogni accusa e sostenendo che, in ogni caso, non è stato accertato alcun disservizio, come emergerebbe dalla relazione conclusiva della Commissione d'indagine interna alla Corte dei conti: il suo difensore, l'avvocato romano Piergiuseppe Di Virgilio, è pronto a dare battaglia in aula, di fronte alla Corte presieduta da Guido Carlino.
La Procura erariale la pensa in modo diverso e cita a sopporto dell'accusa innanzitutto le dichiarazioni di Mazzacurati che, nel 2013, in due diversi interrogatori, raccontò che Neri si è occupato di retribuire Giuseppone dalla fine degli anni Novanta al 2008 per evitare ritardi e fastidi delle attività di controllo della Corte dei conti, alla quale spettava il compito di vigilare su convenzioni e contratti relativi alla costruzione del Mose. Sintomatica, tra tutte, la modifica di una relazione del 2009, particolarmente dura e scomoda: il Cvn ebbe il testo in anteprima e lo restituì ammorbidito, grazie al lavoro di un gruppo di studio appositamente costituito. Baita ha confermato che era Neri a tenere i rapporti con la Corte dei conti, circostanza ribadita anche da Pravatà, il quale ha riferito che fu l'intervento di Giuseppone a risolvere la questione dell'aggio del 12 per cento dovuto al Cvn, evitando che la percentuale potesse essere ridotta.
A Giuseppone la Procura contesta anche l'esito di un accertamento fiscale dell'Agenzia delle entrate - confermato dalla Commissione tributaria provinciale - per una presunta evasione di 600 mila euro all'anno, dal 2005 al 2008, relativa ai proventi illeciti.
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Il Gazzettino