Morto Nekrosius teatro in lutto

Morto Nekrosius teatro in lutto
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«Siamo abituati a un'idea letteraria del teatro, come una cosa che si ascolta e non si mostra. Ma la natura del teatro è di essere visto». Si potrebbe concentrare in queste battute l'impeto rivoluzionario ma non per questo sovversivo con cui Eimuntas Nekroius (nella foto) ha attraversato la storia delle arti sceniche tra il Novecento e l'apertura del nuovo millennio. Il regista lituano - nato a Pazobris nel 1952 e morto d'infarto a Vilnius nella notte tra lunedì e martedì - lascia un vuoto improvviso sulla scena contemporanea che ha contribuito a plasmare con un'azione indelebile.

Demiurgo, poeta della parola, Nekroius ha immerso i propri attori in un universo fatto di elementi primordiali: l'acqua e il fuoco, la terra e la luce, il silenzio e il vuoto sono parti integranti di un teatro permeato di azioni cruciali, molto raramente di finzione. Nekrosius è stato questo e molto altro ed è probabilmente difficile restituire in parole a chi non ha avuto l'occasione di vedere in scena il Mediterraneo fatto di secchi e bacinelle e pozzanghere nel Otello creato per la Biennale Teatro in tre anni di ricerca e lavoro, oppure il disegno tragicamente ironico e delicatamente evocativo di Idiotas da Dostoevskij, con la luminosa allegria irragionevole del principe Myshkin, tanto ripida e leggera quanto i sogni possono essere crudeli. E se il suo amore per echov ha segnato gli inizi e pure il suo rapporto con l'Italia basti citare Tre sorelle, che lo ha rivelato a Taormina, o Il Gabbiano allestito a Udine con i giovani attori all'Ecole des Maîtres rimane negli occhi il tourbillon visionario del suo Faust potente e tragico. O ancora gli shakespeariani Macbetas e Amletas capaci di danzare il tragico. Il regista-autore ha saputo incrociare il comico e il diabolico che stanno dentro l'anima dell'umano. E l'Italia si è innamorata di questo poeta della visione, che è stato ospite a Venezia alla Biennale e al Teatro Goldoni, ha attraversato più volte Udine e ha diretto il Ciclo dei Classici all'Olimpico di Vicenza, dove ha portato in scena un lavoro su Giobbe con la sua compagnia Meno fortas. Scomparso improvvisamente mentre stava lavorando a un Edipo a Colono per il Festival di Napoli, oggi Nekroius è pianto dal mondo del teatro italiano. Lo hanno ricordato ieri il presidente della Biennale Paolo Baratta e del Teatro Stabile Veneto Giampiero Beltotto, il Css di Udine che lo dice generoso e sempre maieutico e dall'Olimpico di Vicenza.

Giambattista Marchetto
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Il Gazzettino