«Siamo abituati a un'idea letteraria del teatro, come una cosa che si ascolta e non si mostra. Ma la natura del teatro è di essere visto». Si potrebbe concentrare in queste...
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Demiurgo, poeta della parola, Nekroius ha immerso i propri attori in un universo fatto di elementi primordiali: l'acqua e il fuoco, la terra e la luce, il silenzio e il vuoto sono parti integranti di un teatro permeato di azioni cruciali, molto raramente di finzione. Nekrosius è stato questo e molto altro ed è probabilmente difficile restituire in parole a chi non ha avuto l'occasione di vedere in scena il Mediterraneo fatto di secchi e bacinelle e pozzanghere nel Otello creato per la Biennale Teatro in tre anni di ricerca e lavoro, oppure il disegno tragicamente ironico e delicatamente evocativo di Idiotas da Dostoevskij, con la luminosa allegria irragionevole del principe Myshkin, tanto ripida e leggera quanto i sogni possono essere crudeli. E se il suo amore per echov ha segnato gli inizi e pure il suo rapporto con l'Italia basti citare Tre sorelle, che lo ha rivelato a Taormina, o Il Gabbiano allestito a Udine con i giovani attori all'Ecole des Maîtres rimane negli occhi il tourbillon visionario del suo Faust potente e tragico. O ancora gli shakespeariani Macbetas e Amletas capaci di danzare il tragico. Il regista-autore ha saputo incrociare il comico e il diabolico che stanno dentro l'anima dell'umano. E l'Italia si è innamorata di questo poeta della visione, che è stato ospite a Venezia alla Biennale e al Teatro Goldoni, ha attraversato più volte Udine e ha diretto il Ciclo dei Classici all'Olimpico di Vicenza, dove ha portato in scena un lavoro su Giobbe con la sua compagnia Meno fortas. Scomparso improvvisamente mentre stava lavorando a un Edipo a Colono per il Festival di Napoli, oggi Nekroius è pianto dal mondo del teatro italiano. Lo hanno ricordato ieri il presidente della Biennale Paolo Baratta e del Teatro Stabile Veneto Giampiero Beltotto, il Css di Udine che lo dice generoso e sempre maieutico e dall'Olimpico di Vicenza.
Giambattista Marchetto
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Il Gazzettino